Baldan, evadeva anche ai domiciliari

mercoledì 30 giugno 2021


L’imprenditore milanese Antonio Giuseppe Baldan, 60 anni, malgrado fosse in detenzione domiciliare per una condanna definitiva per reati fiscali, avrebbe iniziato a evadere il fisco anche ai domiciliari. L’imprenditore, infatti, avrebbe continuato a finanziare uno stile di vita che si manifestava con l’organizzazione in ogni week-end, presso la propria villa di Alserio, in provincia di Como, di feste con almeno 15-20 invitati. Inoltre Baldan avrebbe anche acquistato recentemente online un nuovo motoveicolo, una Bmw con cilindrata 1.250, del valore di circa 20mila euro e un ‘taxi veneziano’ attualmente ormeggiato presso Villa d’Este sul lago di Como. Questi i dettagli contenuti nell’ordinanza del gip Carlo Ottone De Marchi eseguita dalla Guardia di Finanza di Lecco che stamani ha arrestato il fondatore del gruppo di cosmetica Baldan Group, leader nel campo della “beauty farm”, e altre due persone.

Antonio Baldan si sarebbe infatti avvalso del costante aiuto di Sandro Sansoni e Liliana Tondi impartendo una serie di disposizioni proprio al fine di garantire un’apparente regolarità alle varie operazioni illecite svolte. Per Baldan, scrive il gip, “sarebbero sempre state le casse della B&M, pur in pendenza dell’istanza di fallimento, a soddisfare il suo stile di vita particolarmente oneroso”. Svolta delle indagini un’intercettazione dello scorso aprile in cui Baldan aveva ordinato, servendosi costantemente dalle casse della B&M srl, società del gruppo, anche 96 bottiglie di vino giustificandole come un omaggio per i clienti per un evento fieristico che lo stesso imprenditore avrebbe voluto organizzare. Ma c’è di più. Già in passato infatti Baldan come riferisce il gip non versò tasse per un decennio. Gli illeciti sarebbero iniziati nel 2013 per oltre 12 milioni di euro. Inoltre per sottrarre a tassazione i proventi dell’impresa Baldan e altri amministratori avrebbero creato società estere nel Regno Unito, Olanda, Svizzera e Germania, gestite dalla società italiana, per sottrarre a tassazione i proventi dell’impresa. In questa maniera si sarebbero accumulati debiti per oltre 19 milioni di euro. Come spiega il gip di Milano Carlo Ottone De Marchi nell’ordinanza di custodia cautelare, “l’articolato modello operativo che Baldan ha messo in moto gli ha permesso di svolgere per oltre un decennio l’attività di impresa incentrata sull’omesso versamento delle imposte e dei contributi, eludendo i controlli delle preposte autorità amministrativo-fiscali e giudiziarie”.

La stessa ordinanza avrebbe poi accertato come due società di Baldan Group, attive nel settore per la vendita di macchinari per l’estetica, per cui dalla Procura di Milano era già avanzata la richiesta di fallimento, operassero “attraverso la sistematica omissione di ogni adempimento fiscale che ha costituito per anni una forma di auto finanziamento”. A consentire gli illeciti contro il patrimonio e contro l’erario, sarebbe stata determinante la grande professionalità di Baldan.


di Martina Ciccarelli