
Va in pensione a fine mese il direttore del Washington Post, Martin Baron, 67 anni. Il quotidiano della capitale Usa (fondato nel 1877 da Stilson Hutchins) rappresenta uno dei punti di riferimento del giornalismo americano con il New York Times. Ha una tiratura di circa 475mila copie giornaliere e una platea di lettori vasta ed eterogenea ma sostanzialmente di orientamento liberal-democratico. L’unico elemento sul quale la direzione e la redazione non intende venir meno è quello del contatto con le persone per ascoltarne gli umori e le valutazioni sulle vicende politiche, economiche, culturali, sportive della società Usa. L’autorevolezza l’aveva conquistata nei primi anni Settanta del Novecento grazie all’inchiesta sul caso Watergate condotta dai giornalisti Bob Woodward e Carl Bernstein che con il contributo di una “gola profonda” portò alle dimissioni del presidente repubblicano, Richard Nixon.
Quando Martin Maron fu chiamato nel 2012 a dirigere il Washington Post, veniva da un esplosivo scoop della redazione che guidava al “The Boston Globe”. L’inchiesta riguardava la scoperta di 70 casi di abusi su minorenni da parte di sacerdoti dell’Arcidiocesi di Boston, guidata dall’Arcivescovo e Cardinale Bernard Francis Law. Lo scandalo fu enorme. Il Vaticano entrò in fibrillazione, anzi successivamente il New York Times accusò Papa Giovanni Paolo II di aver coperto lo scandalo. In realtà non fu così, perché da allora la Chiesa fu costretta a fare i conti con un fenomeno che aveva ignorato.
L’America fu scossa ancora di più quando arrivò nelle sale cinematografiche il film “Il caso Spotlight” del regista Tom McCarthy diffuso nel 2015. Una squadra di giornalisti condusse l’inchiesta che portò a scoprire una scioccante verità: la complicità della Chiesa in una vasta gamma di casi di abusi sui minori. La pellicola fu premiata con l’Oscar del 2016 e l’indagine guidata da Baron ottenne il premio Pulitzer di pubblico servizio. Apriva infatti la strada a molte altre indagini.
Marty, come veniva chiamato dai collaboratori, con Ben Bradlee Jr e 4 reporter della squadra investigativa del giornale, aveva lavorato in silenzio e riservatezza per anni al fine di portare alla luce, con prove e testimonianze, una delle vicende più scabrose degli ultimi tempi: la pedofilia nelle parrocchie e oratori. Il Cardinale Law sarà rimosso dal suo incarico a Boston ma fu “salvato” e nominato arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma.
Martin Baron lascia ora dopo 8 anni la direzione del giornale che nel 2013 la famiglia Graham, dopo 33 anni di gestione, aveva venduto la proprietà a Jeff Bezos, il fondatore di Amazon.com, per una somma di circa 250 milioni di dollari, pari a circa 190 milioni di euro. Lascia il quotidiano al quinto posto nella classifica dei giornali a più alta tiratura e con l’obiettivo, ribadito dall’editore, di trasformarlo da regionale a giornale nazionale. Le ultime inchieste del Washington Post non hanno risparmiato la gestione dell’ex presidente, Donald Trump e il fenomeno del movimento femminista che va sotto il nome di “Mee too”. In una intervista di addio al New Yorker, Baron parla anche degli scontri avuti con i suoi collaboratori in merito all’uso dei giornalisti dei social, osservando che occorre essere cauti ed osservare gli standard del giornale. “Per i giornalisti – dice – è giusto mettere da parte i preconcetti, essere aperti, onesti, ascoltare le persone per quello che hanno da dire, fare un lavoro rigoroso di reporting”.
Aggiornato il 17 febbraio 2021 alle ore 10:42