Nuove valutazioni scuola primaria: eccesso di protezione che avrà tristi risvolti in futuro

Come fare per rendere la popolazione futura più vulnerabile e incapace di confrontarsi con la realtà, spesso dura, della vita? Ci ha pensato la nuova Ordinanza ministeriale, la numero 172 del 4 dicembre 2020, con l’inserimento del nuovo criterio di valutazione degli alunni della scuola primaria. In via di “Prima acquisizione (Pa), “Base”, “Intermedio” e infine “Avanzato”: annullati voti e giudizi, sono queste le diciture che bambini fra i 5 e i 10 anni si ritroveranno in pagella fra qualche giorno. I criteri di valutazione consistono nel dover considerare l’autonomia del bambino, la continuità del suo impegno, la tipologia della sua situazione (nota e non nota), le risorse mobilitate (competenze cognitive ed emotive) e altre situazioni vagliate dal Collegio docenti. Già, i docenti, stressati all’inverosimile per la carenza numerica atavica da sopperire strenuamente, per lo stipendio da fame, per la situazione costituita dall’emergenza Covid-19, per il doversi barcamenare fra controlli medici, sanificazioni continue che riducono i tempi dell'insegnamento e mettono a dura prova tutta l’organizzazione scolastica. Cui si aggiungono distanziamenti, scaglionamenti per mensa, palestra, attività ludiche, regole ed abitudini totalmente sovvertite. Ma ancora più sotto pressione, perché questo cambiamento è stato a dir poco surreale, quanto incomprensibile.

Ciascuno di noi ha un ricordo di un compito andato male, di un brutto voto preso, che magari ci ha fatto piangere o arrabbiare, ma che è rappresentato uno stimolo a fare meglio, a capire i passi del miglioramento. Un 4 che diventava 5, un 6 che diventava un 8, ci dava il senso chiarissimo del risultato dei nostri sforzi, o viceversa la dimensione della svogliatezza o, ancora, la presenza di problematiche specifiche da dover affrontare. Da oggi sarà una miscellanea di parole, che somiglieranno le une alle altre, che fanno solo pensare a quanto bisognerà essere politically correct anche a scuola. Nessuno stress, nessun disagio deve provare un bambino, che seppur in via di “Prima acquisizione”, vuol dire che non raggiunge la sufficienza (che sarà? Un 4, un 5 o un 5 e mezzo?), non sia mai che questi venga sensibilizzato da una votazione chiara, che può migliorare o lasciare così com’è. Un buonismo che non porterà a niente di buono, già reso instabile dai metodi anti-No” della maggioranza dei genitori di questo tempo, per mancanza di polso o di volontà, se non a farne dei giovani e degli uomini e donne incapaci di affrontare esperienze negative nel corso della vita. Persone cui ti devi sempre “giustificare” per ciò che accade, con le sue conseguenze. Una popolazione a cui devi dire le cose con assoluta attenzione, come chi soffre di malattie psichiche, che non puoi aiutare a crescere con un 4 in pagella.

Chi è mai morto fra noi cinquanta-sessantenni per aver preso un 4? Deresponsabilizzare i docenti e depotenziare mentalmente e manipolare i nostri adulti di domani, ecco a cosa porterà questo nuovo modo di regolarsi. Tra l’altro, ci capiamo già poco noi adulti, figuriamoci cosa capiranno i bambini, che dovrebbero essere ben accolti e dovrebbero trovare un senso all'interno del gruppo classe; bambini che, inconsapevoli del loro futuro, trovandosi davanti germogli, boccioli e piantine, come è stato pensato da qualche grande mente nell’accostare tali simboli al nuovo gergo scolastico, sono un primo passo verso il coraggio di mettersi alla prova e ciò farà perdere fiducia in se stessi. Un bambino eccessivamente riparato e preservato da tutto, probabilmente avrà qualche livido in meno, ma ne uscirà comunque ferito. Un eccesso di protezione durante l’infanzia, soprattutto da parte della scuola, luogo dove si trascorre molto del tempo produttivo, potrebbe anche far suscitare il bisogno di esplorare i propri limiti e correre dei reali rischi. Nessuna fiducia nei confronti di questi piccoli, che con un sano e periodico confronto con la famiglia e con il personale scolastico, invece, acquisirebbero gradualmente il senso di responsabilità.

@vanessaseffer

Aggiornato il 15 febbraio 2021 alle ore 13:35