Coronavirus, Associated Press: ecco le prove che inchioderebbero Pechino

L’Associated Press condanna la Cina sulla gestione dell’emergenza Coronavirus. Secondo l’autorevole agenzia di stampa americana lʼOrganizzazione mondiale della sanità, “dietro le quinte”, non avrebbe nascosto la preoccupazione per il comportamento dei funzionari cinesi. Il direttore generale dell’Oms, l’etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus ha pubblicamente elogiato a più riprese la trasparenza di Pechino. In realtà, la Cina avrebbe tenuto segreto il genoma per oltre una settimana. Registrazioni delle riunioni interne dell’Oms, email e interviste ottenute dall’Associated Press, mostrerebbero l’imbarazzo dei funzionari per una possibile sottovalutazione cinese del rischio rappresentato dal nuovo virus.

In pratica, la Cina avrebbe ritardato la comunicazione dei dati sul Coronavirus e in alcuni casi li avrebbe nascosti provocando “grande frustrazione” tra i ranghi dell’Oms. È questo il fulcro dell’inchiesta condotta dall’Associated Press, pubblicata sul suo sito e fondata sulla documentazione riservata dei vertici dell’agenzia delle Nazioni Unite. Carte dalle quali viene fuori un retroscena assolutamente diverso dalle lodi pubbliche fatte proprio dall’Oms nei confronti di Pechino.

Frattanto, in Cina è morto, per le conseguenze dell’infezione da Coronavirus, Hu Weifeng, uno dei medici in prima linea, fin dall’inizio, all’ospedale di Wuhan contro “la misteriosa polmonite” e collaboratore dell’oculista eroe Li Wenliang, cesnurato sulla strana malattia che gli ricordava la Sars del 2003. Hu, urologo, era diventato noto anche per lo strano caso del cambio di colore della pelle, diventata nera tra farmaci e fegato danneggiato. Hu è il sesto medico del Wuhan Central Hospital a morire a causa degli effetti del virus.

Aggiornato il 03 giugno 2020 alle ore 13:48