lunedì 4 maggio 2020
Per la prima volta un vaccino anti-Coronavirus funziona sulle cellule umane. È stato messo a punto in Italia. I test eseguiti nel laboratorio di Virologia dellʼIstituto Spallanzani di Roma hanno indicato inoltre che gli anticorpi generati nei topi dal vaccino funzionano. Il possibile vaccino è stato messo a punto dall’azienda Takis di Pomezia. Secondo l’amministratore delegato Luigi Aurisicchio si tratta del livello “più avanzato finora raggiunto nella sperimentazione di un candidato vaccino nato in Italia, ma i test sull’uomo sono previsti comunque dopo l’estate. Per la prima volta al mondo un candidato vaccino contro il nuovo Coronavirus ha neutralizzato il virus nelle cellule umane. Il test fatto allo Spallanzani è stato possibile grazie all’esperienza dell’istituto, che, dopo avere isolato il virus, ha messo a punto un metodo per verificare l’efficacia di vaccini e molecole direttamente sul virus”.
Aurisicchio ringrazia “le competenze dello Spallanzani. Per quanto ne sappiamo, siamo i primi al mondo ad aver dimostrato la neutralizzazione del Coronavirus da parte di un vaccino. Ci aspettiamo che questo accada anche nell’uomo. Stiamo anche esplorando altre interessanti piattaforme tecnologiche in collaborazione con la LineaRx, un’azienda americana. Alcuni vaccini hanno ricevuto importanti finanziamenti e hanno già iniziato la fase clinica in altri Paesi. Noi ce la stiamo mettendo tutta perché un vaccino che nasce dalla ricerca italiana, con una tecnologia tutta italiana e innovativa, venga sperimentato in Italia e messo a disposizione di tutti. Per fare questo – ha rilevato – abbiamo bisogno del supporto delle istituzioni e di partner che ci aiutino ad accelerare il processo: questa non è una gara e insieme possiamo vincere tutti contro il Coronavirus”.
Aurisicchio ha evidenziato che “i risultati ottenuti ad oggi sono incoraggianti e ben oltre le aspettative: dopo una singola vaccinazione, i topi hanno sviluppato anticorpi che possono bloccare l’infezione del virus Sars-CoV-2 sulle cellule umane. Dopo avere osservato che i cinque candidati vaccini generavano una grande quantità di anticorpi, i ricercatori hanno selezionato i due con i risultati migliori. Dal sangue ricco di anticorpi è stato isolato il siero e quest’ultimo è stato analizzato nel laboratorio di Virologia dell’Istituto Spallanzani. Avevamo visto la quantità di anticorpi indotta, ora vediamo che gli anticorpi riescono a bloccare il virus. Il prossimo passo è capire quanto tempo dura la risposta immunitaria”. Tutti e cinque i candidati vaccini si basano sul materiale genetico della proteina Spike, la punta molecolare che il virus usa per entrare nelle cellule umane, e sulla tecnica della elettroporazione, che consiste in un’iniezione nel muscolo seguita un brevissimo impulso elettrico per facilitare l’ingresso del vaccino nelle cellule e attivare così il sistema immunitario.
Il direttore dell’area Anticorpi monoclonali della Takis, Giuseppe Roscilli ha osservato che “il disegno molecolare dei nostri vaccini ha tenuto conto di una serie di importanti parametri per generare anticorpi funzionali contro la proteina Spike, in particolare contro la regione che si lega alle cellule del polmone dell’uomo”. Secondo il direttore dell’area Malattie infettive dell’azienda, Emanuele Marra, “ad oggi, la risposta immune generata dalla maggior parte dei nostri cinque candidati ha un effetto sul virus. Ci aspettiamo risultati ancora migliori dopo la seconda vaccinazione”. Il direttore del programma NeoMatrix dell’azienda Fabio Palombo ha detto che si sta “già lavorando a un processo modificabile nel giro di poche settimane, qualora il virus accumuli mutazioni e diventi invisibile al sistema immunitario: lo stesso concetto che usiamo per sviluppare i vaccini contro il cancro”.
di Guglielmo Eckert