
Un inconsueto, durissimo attacco del Comitato di redazione della Gazzetta dello sport all’editore del gruppo Rcs Urbano Cairo. Il sindacato dei giornalisti ha voluto fare il punto del clima all’interno del giornale dopo i sacrifici del piano industriale con 50 prepensionamenti al Corriere della sera, 10 esuberi nei periodici e 15 alla Gazzetta già decisi. I motivi dei contrasti con l’azienda sono vari ma si sono acuiti dal 20 febbraio, dall’attacco agli stipendi del personale contrapposto alla proposta del presidente Cairo all’Assemblea dei soci di distribuire dividendi per 15 milioni di euro dopo i 31 milioni distribuiti agli azionisti nel 2019 e l’attivo di 85 milioni nel 2018. Secondo il sindacato di fronte all’emergenza del Coronavirus, che ha causato effetti negativi sull’economia nazionale e sul mondo dell’editoria, la redazione della Gazzetta dello sport “ha risposto con senso di responsabilità alla richiesta di sacrifici manifestata dall’editore”.
La redazione, è scritto in una nota sindacale, “ha accettato senza discutere la richiesta di aiuto da parte dell’azienda. Poi la realtà viene a galla e si scopre che il presidente Cairo pretende, in tempi brevissimi, dai redattori il contributo di un milione e centomila euro. Una somma enorme, ingiustificata alla luce della florida situazione economica dell’azienda che ha accumulato 228 milioni di profitti negli ultimi 4 anni grazie al contributo determinante del sistema Gazzetta”.
L’altro duro attacco riguarda l’atteggiamento tenuto da Cairo in merito alle vicende del calcio. “Si scopre, rileva il comunicato, che mentre tutto il mondo calcistico cerca la strada migliore per ripartire con, conseguenti benefici per tutto ciò che gravita intorno al pallone (compresi migliaia di posti di lavoro e quindi anche il ruolo centrale della Gazzetta dello sport) il presidente Cairo è, insieme a quello del Brescia, l’unico massimo dirigente di serie A che non perde occasione per schierarsi contro la ripresa del campionato con dichiarazioni pubbliche e con la continua assenza dalle assemblee di Lega”. La questione come si vede è duplice: riduzione degli stipendi e ridimensionamento del ruolo del quotidiano sportivo che trae soprattutto dal calcio attenzione e vendita di copie.
In questa fase delicata dell’emergenza Coronavirus il presidente designato della Confindustria, l’imprenditore milanese Carlo Bonomi ha mandato un messaggio: far ripartire le imprese, con i dispositivi di protezione, evitando una seconda ondata di contagi che costringerebbe a nuove chiusure. I giornali, in questa fase, sono stati un punto di riferimento essenziale per una corretta informazione e gli edicolanti, sempre aperti, sono stati una dimostrazione concreta di senso di responsabilità. “I giornalisti della Gazzetta, – prosegue la nota – non si sono tirati indietro di fronte a fumosi progetti di digitalizzazione e non hanno tenuto conto dei limiti di orari contrattuali, anzi hanno svolto il loro lavoro con dignità, indipendenza, passione”.
La Gazzetta resta sempre la locomotiva del gruppo Rcs e quindi il cdr si auspica che “l’azienda abbia progetti di rilancio e di sviluppo più illuminati rispetto all’attacco degli stipendi dei dipendenti”. Per una normale dialettica sindacale due esempi: giocatori, allenatore e staff della Roma rinunciano a 4 mensilità (marzo, aprile, maggio e giugno) per aiutare i dipendenti della società interessati alla cassa integrazione. E il presidente della Lazio Lotito per ora non tocca gli ingaggi”.
Aggiornato il 20 aprile 2020 alle ore 14:26