
Mi chiamo Fabrizio Rossini, e vi scrivo perché nei giorni scorsi mi è capitato di ricevere tante telefonate da numeri di call center che mi proponevano contratti telefonici, investimenti finanziari o modifiche a contratti già in essere. Come posso arginare questo problema?
A tal proposito, Federica Pansadoro per la rubrica “L’Opinione risponde” ha chiesto la consulenza dell’avvocato Filippo Sirolli Mendaro Pulieri rispetto a una problematica che colpisce moltissimi cittadini-utenti.
Purtroppo oggi i consumatori sono sempre più diffidenti verso le chiamate a scopo commerciale perché spesso nascondono “truffe” che colpiscono tantissime ignare vittime. Gli operatori dei call center iniziano con una serie di domande personali che hanno lo scopo preciso di ricevere risposte secche come “sì” o “no”. Successivamente, propongono la loro offerta telefonica e nonostante il rifiuto palese del cliente, riescono comunque a concludere il contratto. Ti chiederai come sia possibile che si verifichi tutto ciò, ma in realtà il metodo “subdolo” utilizzato dai suddetti operatori è al quanto semplice: generalmente i chiamanti fanno una domanda la cui risposta è “Sì” e poi utilizzano quella risposta come risposta a domande mai ricevute mediante un montaggio audio. Il suggerimento è quello di non rispondere mai "sì" quando si ricevono telefonate sospette ma di preparare risposte alternative ed equivalenti per evitare di cadere nella truffa.
Esiste una normativa in materia che tuteli il consumatore?
Certamente, la normativa in materia è molto chiara e prevede degli specifici obblighi informativi a carico dell’operatore telefonico da adottare nei contratti a distanza o comunque negoziati fuori dai locali commerciali, sanciti dall’articolo 49 del Codice del Consumo:
1) per essere vincolanti le informazioni, rapportate al servizio offerto, devono essere complete e date in modo chiaro e comprensibile;
2) il prezzo del servizio con ogni suo onere connesso (spedizione, restituzione, imposte, ecc.) deve essere chiaro prima di ogni consenso espresso da parte dell’utente;
3) deve essere espressamente chiarito all’utente come recedere ed i costi connessi allo stesso recesso.
Il contratto che viene posto in essere ha valenza giuridica?
In realtà no, in quanto ci troviamo di fronte ad un contratto inesistente, privo di efficacia e tecnicamente definito come “non richiesto”.
Come ci si può difendere dalle truffe telefoniche?
La truffa, salvo alcune eccezioni, non è un reato procedibile d’ufficio e di conseguenza per la punizione del colpevole è necessario che la vittima sporga querela alle competenti autorità. La prima cosa che possiamo fare è contattare la Polizia Postale e segnalare i numeri telefonici dai quali si è subita l’aggressione per evitare un continuo stalkeraggio. Poi, possiamo rivolgerci alla polizia, ai carabinieri, alla Guardia di finanza tramite il numero gratuito 117 o recandosi presso un Comando della Guardia di finanza della propria città, oppure ci si può anche recare direttamente presso la Procura della Repubblica della propria città, ricordando che il termine per presentare querela è di tre mesi dal giorno in cui si ha notizia della truffa. Se decidete di presentare querela alla Procura della Repubblica, questa sarà direttamente ricevuta dal magistrato presente, senza che voi dobbiate aspettare la trasmissione da parte del comando di polizia cittadino. Una volta che il magistrato leggerà la vostra querela valuterà l’opportunità di fare iniziare le indagini incaricando la polizia giudiziaria.
Esiste un modo più immediato per proporre una denuncia, magari on-line?
Assolutamente sì, è possibile fare una denuncia via web al commissariato di polizia comodamente da casa propria, prima di presentarsi di persona presso gli uffici dell’autorità competente, questo consente all’utente di poter usufruire di una corsia preferenziale con un notevole risparmio di tempo.
L’indirizzo web da visitare è www.commissariatodips.it.
Aggiornato il 03 aprile 2020 alle ore 17:13