
Lezioni di indottrinamento antimafia a pagamento? Ci mancavano. Per fortuna ha provveduto la Regione Lazio che insieme all’Associazione Stampa romana hanno messo a disposizione per i giorni che vanno dal 2 al 6 luglio ben 80 posti per i fortunati che, con prezzi contenuti, da un minimo di 35 euro a un massimo di 50, potranno acculturarsi al We Gil di largo degli Ascianghi 5.
A officiare il tutto Gianpiero Cioffredi, presidente dell’Osservatorio per la sicurezza e la legalità della regione Lazio, chiuderà i lavori il 6 luglio l’immancabile Rosy Bindi, ultima presidente conosciuta dell’antimafia parlamentare. La cosa, che farebbe sicuramente rivoltare nella tomba il grande Leonardo Sciascia che già nel 1989 avvertiva sui rischi di “un’antimafia dei professionisti”, viene presentata così: “La conoscenza è una delle armi più potenti che abbiamo a disposizione per sconfiggere le mafie. Siamo convinti che bisogna prima di tutto sapere come i poteri criminali si muovono, quali sono i loro affari e interessi, come si insinuano nei quartieri, nei territori e nelle pubbliche amministrazioni”. Poi la dichiarazione di Nicola Zingaretti: “Con questo obiettivo, abbiamo voluto la prima Summer School del Lazio antimafia, una iniziativa dedicata in particolare ai giovani, un nuovo importante tassello nella mobilitazione civile e culturale che stiamo promuovendo per cacciare le mafie dalla nostra regione”.
La prima cosa che salta gli occhi, a fronte di tanta retorica istituzionale, è la seguente: ma se credevate che fosse così importante per grandi e bambini perché non la avete organizzata gratuitamente? Non potevate accollarveli voi i gettoni dei relatori? Ottanta posti a 50 euro fanno 4mila euro se la matematica non è diventata anch’essa un’opinione. Dura da credere che non si potessero reperire da parte della Regione Lazio. Ed evitare una figuraccia. E l’associazione della Stampa romana, il glorioso sindacato territoriale del Lazio che conta più iscritti in seno alla Fnsi non si è resa conto del paradosso di cui sopra? Una coscienza antimafia promossa a pagamento? Anzi a gettone? Ma tant’è.
Compulsando il corposo programma si nota che ci sono anche due interessanti seminari, entrambi previsti il 3 luglio: quello sui “beni confiscati alla mafia” e quello sul “come fare informazione”. C’è da augurarsi che nel primo si parli del caso Saguto, e dintorni, visto che pare che sia una regola più che un’eccezione, mentre nel secondo sarebbe utile illustrare l’informativa dei carabinieri sul caso dell’ex presidente della Confindustria siciliana, Antonello Montante, e sulle sue relazioni assai disinvolte e pericolose con il sancta sanctorum del giornalismo anti-mafia della Penisola.
Aggiornato il 26 giugno 2018 alle ore 13:52