giovedì 3 maggio 2018
Buone le notizie che arrivano dai conti di alcuni gruppi dell’editoria. Il mercato è ancora in affanno ma la leggera ripresa della pubblicità e lo sviluppo del digitale stanno riportando un po’ di serenità a un settore che ha subito profonde trasformazioni e acute difficoltà, dovute in gran parte alla crisi economica generale ma anche ad aggressioni e violenze contro i giornalisti.
Chiude dopo 8 anni con il segno più “Il Sole 24 Ore”, che negli ultimi anni è stato in grossa difficoltà, cambiando amministratori e direzione di testata. Anzi il presidente Giorgio Fossa e il ceo Franco Moscetti hanno annunciato per il 5 giugno un quotidiano nuovo nei contenuti e nella grafica.
Ritorno all’utile per Mediaset dopo un pesante bilancio nel 2016 e al centro di una disputata giudiziaria con il gruppo Vivendi del bretone Vincent Bolloré, alle prese con guai giudiziari per corruzione. Bene la Mondadori che secondo la presidente Marina Berlusconi ha fatto registrare chiusure dei conti positive in tutte le aree di business.
Anno speciale per la televisione “La7” con il primo bilancio chiuso da Urbano Cairo come presidente di “Communication” e ceo del gruppo Rcs MediaGroup che edita il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport. Crescita di ascolti (media di 4,74 per cento di share al giorno) grazie soprattutto alle trasmissioni di Giovanni Floris, Corrado Formigli, Lilli Gruber e Massimo Giletti.
Bene il gruppo editoriale Caltagirone che si lascia alle spalle, come osservato dall’assemblea dei soci, un anno di cambiamento, inserendosi nell’ambito dei quattro settori della holding. È stato anche varato il nuovo vertice ridefinendo il perimetro delle attività e dell’espansione, dopo la crescita (45 di quota) nelle Generali.
Novità anche al vertice del Gruppo Gedi, quello nato dopo la fusione tra Repubblica-La Stampa-Secolo XIX, di cui è presidente Marco De Benedetti. Dopo 9 anni di gestione ha lasciato Monica Mondardini che resta coinvolta nel futuro di Gedi come consigliere e vice presidente del gruppo con John Elkann.
Al suo posto come amministratore delegato è stata nominata l’ingegnere Laura Cioli di 54 anni, che ha coperto ruoli di vertice sia a Rcs che a Sky. Si è chiusa una stagione dopo la fusione tra Itedi degli Agnelli e l’Espresso, considerata la prima grande operazione di aggregazione avvenuta nel settore durante l’ultimo decennio. L’utile netto del gruppo Gedi nel primo trimestre del 2018 è di tre milioni.
Va tenuto presente che i vari gruppi editoriali italiani stanno uscendo da un periodo che va dal 2008 al 2016 in cui hanno accumulato perdite complessive per oltre 2 miliardi di euro. Il gruppo Gedi è un agglomerato che raccoglie 3 quotidiani nazionali, 13 giornali locali, il settimanale “L’Espresso” con tutte le sue articolazioni e le pubblicazioni della Stampa e del Secolo XIX, con una forte penetrazione nelle aree del Nord-Ovest. I conti comunque del 2017 si sono chiusi con un risultato negativo netto di 123, 3 milioni per effetto del contenzioso in atto con l’Agenzia delle entrate.
Se si fa il confronto tra i due maggiori giornali italiani, “La Repubblica” è nettamente distanziata dal Corriere della Sera di oltre 90mila copie al giorno. In una situazione di crescita moderata a risentirne è anche l’Istituto di previdenza dei giornalisti italiani (Inpgi), costretto a registrare un calo delle entrate (sempre meno contratti a tempo indeterminato) mentre crescono i costi per le pensioni e i prepensionamenti.
Infine, i rischi alla professione aumentano per la crescita dei casi di violenze, aggressioni, tentativi di limitazioni dell’esercizio della professione, tanto che tutte le categorie del settore stanno sviluppando iniziative per illustrare all’opinione pubblica e alle autorità di governo i pericoli che corre, in Italia, la libertà di stampa e gli operatori della comunicazione.
di Sergio Menicucci