
Audizioni davanti al Congresso americano e ai parlamenti europeo e del Regno Unito. Convocazione pure da parte dell’Agcom italiana per sapere chi fossero i partiti nostrani clienti di Cambridge Analytica. Tonfi in Borsa da paura negli ultimi due giorni che hanno coinvolto non solo Facebook ma anche altri social network come Twitter o Instagram.
A margine dello scandalo di questi dati usati – secondo l’accusa – a scopo di manipolazione mediatico-politica e commerciale, da parte di una app, Cambridge Analytica, che operava all’interno del grande mare magnum di Zuckerberg, il pensiero che salta subito nel cervello è il seguente: ma alla fine questi social network perché nacquero proprio in concomitanza con l’esplodere della crisi economica in America della Lehman brothers? E quale disegno si cela(va) dietro di essi? E ancora: certe assurde regole per cui si viene bannati se si posta una foto di nudo, anche non pornografico, ma si viene tollerati se si fondano gruppi neonazisti e antisemiti cosa prefigurano?
È questo l’ordine nuovo mondiale dei vari Zuckerberg che non tollerano omofobia e islamofobia ma invece chiudono tutte e due gli occhi sull’antisemitismo? E saranno queste anche le nuove regole della democrazia? Non sono domande peregrine se si nota la coincidenza che in Italia, nel 2007, quasi in concomitanza con l’inizio della irresistibile ascesa dei social network, nacque – ad esempio – il movimento di Beppe Grillo fortemente appoggiato dalla Casaleggio Associati, altra impresa di cui non si conoscono le vere finalità e i veri finanziatori mentre invece sono ben note le discutibili regole imposte alla politica del Movimento Cinque Stelle. Fosse vivo il profetico George Orwell su questa pseudo-democrazia diretta, che poi si scopre manipolabile se non manipolata, attraverso notizie false o vere ma mistificate, probabilmente scriverebbe un nuovo apocalittico libro. Che forse non si intitolerebbe più 1984 bensì 2007.
Zuckerberg qualche tempo fa, al top della propria apparentemente irresistibile ascesa economica nella borsa americana (il suo impero composto di faccine, falsi profili, prostitute che si reclamizzano con foto più che esplicite sulla stessa facebook oltre che su Instagram, in realtà oggi vale come svariate volte tutte le più importanti industrie europee messe insieme) ipotizzò persino di candidarsi alle prossime elezioni presidenziali americane del 2020 contro Donald Trump. Che oggi si scopre essere stato suo affezionato cliente per il tramite di questa Cambridge Analytica.
Insomma, oggi stiamo assistendo al redde rationem di questo grande disegno pseudo-democratico e vagamente autoritario che ha tenuto buoni americani ed europei durante la più grande crisi economica dal 1929 a oggi semplicemente ponendoli incollati a uno smartphone a mettere dei “like” su notizie qualsiasi e su altre chiaramente false? Forse è presto per dirlo, di certo i followers di tutto il mondo adesso sono stati avvertiti: se l’iscrizione a Facebook era gratuita e “lo sarebbe stata per sempre” come dice la homepage del sito a quelli che per la prima volta si approcciano al social network per antonomasia, una ragione c’era: si paga con la propria stessa identità. È come nel “Mercante di Venezia” di William Shakespeare che pretendeva in pegno un’oncia della carne del debitore.
E il pericolo, per Facebook, che adesso tutti comincino a cancellarsi pretendendo indietro i propri dati e chiedendo che vengano distrutti quelli in possesso del sistema, comincia a diventare concreto.
Aggiornato il 21 marzo 2018 alle ore 13:48