La società di Harvey Weinstein è in bancarotta

Harvey Weinstein è sul lastrico. Dopo lo scandalo sulle molestie sessuali che lo ha travolto, ora è nei guai, anche da un punto di vista finanziario. La sua società, la Weinstein Company, ha dichiarato bancarotta. Dopo il fallimento delle trattative per la vendita del gruppo ad un investitore per cinquecento milioni di dollari, la major è stata costretta a portare i libri in tribunale. “Anche se l’azienda va in bancarotta − ha detto un portavoce del gruppo − la società rimane impegnata a fare tutto il possibile per massimizzare il valore per i suoi creditori e continuare nella ricerca della giustizia per qualsiasi vittima”.

In una nota, la società ha fatto sapere di avere trovato un accordo con una società di investimento, la Lantern Capital Partners, per l’acquisizione dei suoi beni e delle sue attività. L’accordo dovrà essere approvato dal tribunale fallimentare del Delaware. Robert, fratello di Weinstein e presidente della società, ha detto che il consiglio è “soddisfatto per avere elaborato un piano per massimizzare il valore dei beni, preservando il maggior numero di posti di lavoro possibile e perseguendo la giustizia per le vittime”.

Frattanto, il governatore di New York Andrew Cuomo ha ordinato al procuratore generale dello Stato di riesaminare una decisione del 2015 da parte dei pubblici ministeri di non perseguire un caso di abuso sessuale contro Harvey Weinstein. La richiesta è giunta poco dopo Time’s Up, l’iniziativa delle donne di Hollywood che si battono contro le molestie sessuali.

Aggiornato il 09 maggio 2018 alle ore 17:49