Fisco letale

La sfacciataggine dei mestieranti della politica, con in testa il pifferaio fiorentino, è davvero insopportabile. Tutti gli italiani ricorderanno che Matteo Renzi, nell’annunciare l’eliminazione di Equitalia, società definita “sanguisuga” dall’ex Premier, precisò che il fisco doveva essere trasformato in un soggetto amico dei contribuenti. Dallo scorso luglio è subentrata l’Agenzia delle entrate, Ufficio riscossioni, che contrariamente a quanto affermato da Renzi si comporta nei confronti dei contribuenti in modo analogo a quello tenuto per anni da Equitalia, se non peggio.

Racconto una vicenda singolare a riprova di quanto dico. Un cittadino, ottenuta la rottamazione di una cartella esattoriale, dimentica di pagare la prima rata con la conseguenza che viene dichiarato decaduto dal beneficio della rottamazione. Si accorge dell’errore e si precipita presso l’Agenzia delle entrate nel tentativo di trovare la soluzione al problema. Un funzionario dopo aver controllato la cartella chiede il pagamento delle cinque rate in unica soluzione. Il contribuente, null’altro potendo fare, accetta la proposta del funzionario e paga con assegno bancario quanto dovuto. Poiché il “Fisco amico” aveva nel frattempo assunto il provvedimento di fermo amministrativo sulla autovettura di proprietà del contribuente, senza aver mai preso visione del preavviso di fermo, apprende dell’esistenza di un’altra cartella riguardante una ritenuta d’acconto erroneamente contabilizzata, e nonostante il riconoscimento dell’errore da parte della Commissione provinciale che condanna lo Stato alla restituzione della somma compreso il pagamento delle spese processuali, applica la sanzione del fermo amministrativo e per eliminare il provvedimento cautelare pretende il pagamento della somma gravata da sanzioni e interessi, avendo l’Agenzia delle entrate proposto appello avverso la pronuncia della Commissione provinciale. Ma non basta, il medesimo Ufficio riscossioni pretende il pagamento della ulteriore cartella con assegno circolare, promettendo l’immediata cancellazione del fermo amministrativo. Effettuato il pagamento con la modalità richiesta, la medesima agenzia dopo un controllo superficiale accerta che la somma pagata in precedenza con assegno bancario non era stata ancora incassata, ma non perché l’assegno era scoperto ma in quanto lo stesso non era stato ancora depositato per l’incasso.

Poiché da più di cinquant’anni faccio l’avvocato, essendo l’Agenzia delle entrate un ente esercente un pubblico servizio, non posso non pensare al reato di abuso di ufficio aggravato dalla qualità di ente esercente un pubblico servizio. Il racconto non ha bisogno di ulteriore commento se non quello che la gente comune pensa quotidianamente. L’esercizio del potere da parte degli attuali governanti costa agli italiani più di sei mesi di lavoro, con il risultato negativo che abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi: l’assenza totale dei servizi a vantaggio esclusivo dei politici che pensano solo ai loro privilegi, spesso favoriti da una magistratura compiacente con i poteri forti e intransigente con i deboli che non sono soltanto i sei milioni di poveri ma la gran parte dei cittadini che, se commettono un errore, come quello del contribuente massacrato, non hanno scampo! Quanto sopra descritto non ha evidentemente alcun valore se il Parlamento si preoccupa solamente di approvare la Legge Fiano!

Aggiornato il 15 settembre 2017 alle ore 10:10