A Gerusalemme un bosco per onorare la memoria dei Magistrati italiani

mercoledì 6 settembre 2017


Il 6 settembre, a venticinque anni dall’eccidio di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino uccisi assieme agli uomini di scorta, Israele dedica alla loro memoria e a quella degli altri 25 magistrati assassinati dalla mafia e dal terrorismo, un bosco di 27 alberi messi a dimora vicino a Gerusalemme all’interno della splendida Foresta Presidenziale Tzora. Una targa commemorativa in metallo alta 7 metri, con inciso l’elenco dei magistrati uccisi visibile anche dagli aerei in partenza e in arrivo all'aeroporto di Ben Gurion, porta scritta questa frase: “Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”.

L’iniziativa è stata voluta ed organizzata dal professor Enrico Mairov, presidente delle Associazioni Lombardia-Israele, della Mediterranean  Solidarity  Association  ed anche componente del Comitato Scientifico del Tribunale delle Libertà Marco Pannella, per commemorare i magistrati caduti in Italia al servizio della giustizia e della libertà dalla fine della Seconda guerra mondiale ad oggi. Il bosco della memoria viene inaugurato alla presenza di un’importante delegazione italiana guidata dai magistrati Piercamillo Davigo e Stefano Amore, con la partecipazione dell’Ambasciatore italiano in Israele Gianluigi Benedetti e dei vertici del Keren Kayemeth LeIsrael.

Il bosco in memoria dei magistrati italiani è realizzato dal KKL, Keren Kayemeth  LeIsrael, la più antica organizzazione creata da oltre un secolo per contribuire in maniera costante ed efficace allo sviluppo, al risanamento e al rimboschimento sia del territorio israeliano che di molti altri Paesi nel mondo. L’iniziativa è stato promossa assieme  all’Associazione Lombardia-Israele, alla rivista giuridica "Nova Itinera" fondata e diretta dal magistrato Stefano Amore e all’Associazione F.A.B.I.I.U.S.  (Friendship  Association Between Italy, Israel and United States), finalizzata a facilitare gli scambi culturali tra i tre Paesi nei settori quali giustizia, formazione universitaria, welfare, salute ed economia.

Questo progetto nasce nell’ambito dello storico e stretto rapporto di collaborazione nel campo socio-sanitario e umanitario che da anni lega l’Italia a Israele, testimoniato dal forte impegno di medici, di rappresentanti delle diverse professioni e del volontariato di entrambi i Paesi e fondato sui valori di assistenza e solidarietà come elementi chiave per lo sviluppo della pace nell’area mediterranea.

Da oltre trent’anni il professor Enrico Mairov, combattente  pluridecorato nella difesa del suo Paese d’origine, opera per la convivenza pacifica nel Vicino Oriente ponendo l’attività medica e umanitaria al centro della cooperazione tra Italia ed Israele, ma coinvolgendo anche  tutti i Paesi del Mediterraneo e tutte le categorie sociali in una continua azione di confronto e di collaborazione. Diventa sempre più necessario unire i popoli per affrontare i pericoli delle nuove guerre, per scongiurare il dramma di nuovi genocidi, per evitare nuove violenze, per impedire la tragedia delle nuove povertà.

Ed è proprio per continuare questo difficile e sofferto percorso di pace che Israele, estremo limite d’Europa, ha deciso di onorare l’Italia commemorando questi magistrati italiani, esempio di lotta per la Libertà e simbolo di amore per la propria patria. Ma questo è solamente un altro piccolo passo nel lungo e difficile cammino intrapreso per difendere il diritto alla Libertà, alla Giustizia e alla Vita. La sensibilità, il rispetto e la generosità, che ancora una volta Israele sta dimostrando nei confronti dell’Italia, sono un patrimonio comune, un gesto di fratellanza che unisce due popoli e due Stati, che segna il preciso confine dove è necessario fermare la barbarie della violenza, delle guerre e dell’odio. Il confine d’Europa, il confine della nostra libertà, il confine della nostra cultura, il confine dove viene costruito il futuro delle generazioni è qui, in questa terra sacra e martoriata d’Israele, in questi luoghi dove è in gioco il destino dell’umanità e la pace del mondo. Non dimentichiamolo mai.

 

 

 

 

 


di Loris Facchinetti