Università: la carica dei 67mila per Medicina

martedì 5 settembre 2017


Quella del medico è una professione che continua a essere ambita. Quasi 67mila studenti affronteranno oggi in tutta Italia i test d’accesso per Medicina e Odontoiatria. La gran parte (62%) mossi dalla passione per la materia, il 25%, secondo una web survey di Skuola.net, pensando a sbocchi lavorativi e prospettive di guadagno. Un appuntamento accompagnato, come da tradizione, dalle polemiche sul numero chiuso, rinvigorite quest’anno dalla vicenda della Statale di Milano che ha deciso di ricorrere al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar del Lazio di sospendere il provvedimento che introduceva nell’ateneo il numero chiuso nelle facoltà umanistiche.

In 66.907 hanno presentato domanda per la prova di selezione, erano 62.695 nel 2016. Sono 9.100 i posti disponibili per Medicina, 908 per Odontoiatria, il che si traduce approssimativamente in 1 posto per ogni 7 candidati circa (10.008 posti per 66.907 iscritti, quasi 4 mila in più rispetto al 2016). Anche quest’anno sono previsti 60 quesiti a risposta multipla con cinque opzioni di risposta (2 di cultura generale, 20 di ragionamento logico, 18 di biologia, 12 di chimica e 8 di fisica e matematica) a cui le candidate e i candidati dovranno rispondere nei 100 minuti a disposizione. Un rito annuale, comune anche ad altre facoltà, che da anni gli studenti contestano, chiedendo l’abolizione del numero chiuso.

La questione non è di facile soluzione. “Dobbiamo allargare la possibilità di partecipare” all’istruzione universitaria, “mantenendo la qualità e innovando la didattica, per far corrispondere sempre più le lauree agli sbocchi effettivi richiesti da un’economia della conoscenza” e per far fronte alle “innovazioni del mondo e della nostra società” ha spiegato oggi il ministro Fedeli. “Questo significa in qualche modo non di dire di no oggi alle ragioni per cui esiste il numero chiuso, perché le due cose non sono in contraddizione: mantenere la qualità e le valutazioni sui corsi non è in contraddizione con l’allargamento. Servono investimenti e su questo dobbiamo puntare”.

 


di Redazione