
Travolge anche Cristoforo Colombo, indignando la comunità italo-americana, la guerra contro le statue e i simboli confederati esplosa in Usa dopo gli scontri tra "Antifa" e suprematisti bianchi a Charlottesville. L'ultimo attacco all'esploratore genovese arriva da Los Angeles, dove il consiglio comunale ha cancellato con 14 voti a favore e solo uno contrario il "Columbus day" (che cade il secondo lunedì di ottobre) dal suo calendario, sostituendolo con giornata per commemorare "le popolazioni indigene, aborigene e native vittime del genocidio - affermano gli attivisti che hanno sostenuto l'iniziativa - commesso dal navigatore italiano".
Una decisione che ricalca quella già presa da altre città, come Seattle, Denver, Albuquerque, mentre statue di Colombo sono state distrutte o imbrattate in vari Stati, dal Maryland al Michigan, dal Texas all'Ohio. L'ultima è stata decapitata a Yonkers, sobborgo a nord di New York. Anche nella Grande Mela alcuni manifestanti hanno chiesto la rimozione del monumento all'esploratore a Columbus Circle, donato alla città nel 1892 dalla comunità italo-americana. Bill De Blasio, sindaco che appartiene alla stessa comunità, ha preso tempo, affidando ad una apposita commissione il compito di individuare in 90 giorni quali monumenti suscitino "odio, divisione, razzismo, antisemitismo o qualsiasi altro messaggio che sia contrario ai valori della città". Nel mirino pure la colonna fascista intitolata a Italo Balbo a Chicago.
Indignata la comunità italo-americana, che negli Stati Uniti conta oltre 20 milioni di persone. A Los Angeles ha cercato inutilmente anche un compromesso. "A nome della comunità italiana, dico che vogliamo celebrare con voi, ma non vogliamo farlo a spese del Columbus Day", ha affermato Ann Potenza, presidentessa dell'associazione Federated Italo-Americans of Southern California, cercando di difendere la festività, istituita a livello federale da Franklin Roosevelt nel 1937. "Non curiamo un affronto con un altro affronto", ha reagito il consigliere comunale Joe Buscaino, italo-americano di prima generazione (l'unico a votare contro), ricordando i pregiudizi di cui sono stati vittima gli italiani in Usa. "È una proposta anti-italiana", "uno schiaffo in faccia", ha gridato dal pubblico Giovanni Corda, di origini sarde.
Aggiornato il 01 settembre 2017 alle ore 11:19