Morbillo: in Italia oltre tremila casi nel 2017

giovedì 29 giugno 2017


Sono oltre tremila i casi di morbillo in Italia dall’inizio dell’anno, poco meno di metà di tutti quelli che si sono avuti in Europa. A ricordarlo è il bollettino settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità, pubblicato il 20 giugno. Secondo quanto riportato dal documento dallo scorso gennaio al 18 giugno i casi registrati sono stati 3.074, in forte aumento rispetto ai 728 del 2016. Tra quelli del 2017 185 hanno riguardato neonati sotto l’anno di vita mentre 237 sono stati i casi tra gli operatori sanitari, cioè una categoria di lavoratori particolarmente a rischio di contagiare persone che presentano già altre malattie.

Quasi tutte le Regioni (18 su 21) hanno segnalato casi, ma il 91% proviene da sette: Piemonte, Lazio, Lombardia, Toscana, Abruzzo, Veneto e Sicilia. L’età media è di 27 anni, l’89% non era stato vaccinato, il 7% aveva ricevuto una sola dose di vaccino (non sufficiente ad assicurare copertura), il 35% ha avuto almeno una complicanza, il 40% è stato ricoverato, il 16% si è recato in pronto soccorso. Le complicanze più di frequente riscontrate sono state diarrea, stomatite, congiuntivite, polmonite, epatite e insufficienza respiratoria. I casi italiani, ha rilevato una lettera inviata dall’ufficio europeo dell’Oms, sono il 43% di tutti quelli che si sono verificati nella regione.

Altri focolai importanti si sono verificati in 14 paesi, con il più importante in Romania. Con la bimba di cui si è avuta notizia ieri salgono invece a tre i bambini morti di morbillo in Italia in anni recenti. Il caso si aggiunge a quello di Monza di pochi giorni fa, mentre nel 2015 a Roma se ne era avuto un altro su una paziente di 4 anni. Quest’ultimo episodio riguardava una bimba di 4 anni deceduta per una panencefalite subacuta sclerosante, una delle complicanze possibili della malattia. La bimba, che era figlia di due medici, in questo caso non era stata vaccinata per scelta dei genitori.

In precedenza, nel 2002, erano morti tre bambini nel corso di un focolaio in Campania che aveva fatto oltre diecimila casi. Sempre nel 2015 a Berlino fece molto scalpore il caso di un bimbo di un anno e mezzo, anche in questo caso non vaccinato, morto sempre per la malattia, di cui era in corso una epidemia nella capitale tedesca anche a causa dei ‘morbillo-party’ che diversi genitori organizzavano per far ammalare i figli e immunizzarli. Molto più pesante il bilancio dell’epidemia in corso in Romania dal 2016, che secondo il Centro Europeo per il Controllo delle Malattie (Ecdc) ha fatto già 30 morti.


di Redazione