Radiato in Veneto medico antichemio, curava con le vitamine

Radiato dall'Ordine dei medici per aver prescritto vitamina C e integratori anziché la chemioterapia ad un suo paziente, morto nel 2007 per un linfoma di Hodgkin. Dopo la condanna in Cassazione, pena sospesa, ad un anno e sei mesi per omicidio colposo, per Paolo Rossaro, 65enne medico di base residente a Polverara, la decisione dell'Ordine professionale è arrivata ieri con una raccomandata nel suo studio di Sant'Agostino di Albignasego. Noto nel padovano come "il medico antichemio", Rossaro era stato al centro per quella morte di una doppia vicenda giudiziaria.

La prima legata specificatamente al decesso del paziente, Cristian Trevisan, camionista 35enne residente a Poiana Maggiore, in provincia di Vicenza. I giudici avevano stabilito il nesso di causalità tra le cure di medicina palliativa e la patologia di cui era morto, anche in considerazione del fatto che il linfoma di Hodgkin attualmente ha un tasso di guarigione del 95% e, quindi, se trattato con la chemioterapia, il camionista vicentino avrebbe potuto salvarsi. La seconda per un'accusa di calunnia rivoltagli dalla moglie e dalla figlia dell'uomo, per aver negato di aver redatto delle ricette in bianco, dando poi successivamente la prescrizione "alternativa" orale o telefonica. Rossaro si era sempre difeso sostenendo che le ricette gli sarebbero state sottratte e redatte dal camionista a sua completa insaputa.

In sede processuale il sanitario era stato peraltro condannato in via definitiva a risarcire 220 mila euro ai familiari di Trevisan. Al medico padovano si era rivolta in precedenza anche Anna Maria Tosin, di Caldogno (Vicenza), morta a soli cinquant'anni il 13 ottobre 2006 per un carcinoma alla mammella. I giudici veneziani in quella occasione avevano assolto il medico, riconoscendo il fatto che la donna era già un malato terminale quando si è affidata alle sue cure. E a bussare alla porta di Rossaro era stato più recentemente anche il padre di Eleonora Bottaro, la ragazza di Bagnoli (Padova) morta ad appena 18 anni il 29 agosto dell'anno scorso perché ammalata di leucemia linfoblastica acuta.

La giovane, sostenuta dai genitori, aveva rifiutato per tre volte di sottoporsi alla chemioterapia all'ospedale di Schiavonia, nel reparto di Oncoematologia pediatrica dell'ospedale civile e all'ospedale di Bellinzona in Svizzera. Di fronte alla accuse e alla radiazione, Rossaro oggi replica: "è il Medioevo scientifico, siamo tornati alla caccia alle streghe, si processano le idee". Il medico, come Roberto Gava, il cardiologo e farmacologo radiato dall'Ordine dei medici di Treviso perchè accusato di essere un antivaccinista, presenterà ricorso alla Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie, e aspettando il pronunciamento potrà continuare ad esercitare. È invece in attesa di conoscere il giudizio della commissione disciplinare di Verona Claudio Sauro, il medico di famiglia finito sotto procedimento in quanto autore della cosiddetta "chemioterapia naturale" a base di erbe e prodotti fitoterapici.

Aggiornato il 15 giugno 2017 alle ore 14:43