
C’è l’autorizzazione da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sull’invio alle Camere del disegno di legge circa le “modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all’ordinamento giudiziario e al codice dell’ordinamento militare”. Il testo, per la cronaca, era stato approvato il 15 giugno dal Consiglio dei ministri. L’esame del ddl inizierà dal Senato. Peraltro, tra le audizioni in Commissione è prevista pure quella dell’Associazione nazionale magistrati.
Nel frattempo, Francesco Paolo Sisto viceministro della Giustizia, durante un convegno alla Camera organizzato dall’Organismo congressuale forense, ha detto: “Abbiamo pagato tanto dalle lotte nella magistratura. Proviamo a fare pace e ad aprire un dialogo che ci consenta di scrivere leggi migliori. Perché non fare una riforma che dia al pubblico ministero il giusto peso?”. E poi: “Mettiamoci a un tavolo e ragioniamo. Sui niet non si costruisce nulla e si creano contrapposizioni che fanno male ai cittadini. Non c’è alcuna voglia di alzare l’asticella dello scontro. Abbassiamo il livello della disputa e avanti tutta con le riforme. Abbiamo bisogno della partecipazione di tutti”.
“Le leggi le scriverà il Parlamento – ha terminato – ci sono un Governo e un Parlamento eletti democraticamente, un programma condiviso che va realizzato. E tra questi temi c’è la separazione delle carriere. Bisogna ascoltare tutti, ma quando si passa dal confronto al Parlamento decide quest’ultimo. Il dibattito non può e non deve interferire sulle scelte del Parlamento. Abbiamo davanti a noi altri quattro anni. Vogliamo scrivere riforme fortemente costituzionali con grande determinazione, che servano a risolvere i problemi del Paese reale. Nessuno toccherà mai l’autonomia e l’indipendenza della magistratura”.
Aggiornato il 20 luglio 2023 alle ore 16:11