Più “vicini” grazie a un’app

Avete urgentemente bisogno di una babysitter per un impegno inatteso? Cercate utensili per un rapido lavoro di fai-da-te? Avete smarrito un oggetto personale o addirittura il vostro animale domestico?

Ora esiste un’applicazione che fa proprio al caso vostro! Si chiama Nextdoor, ed è il social network di quartiere che arriva dagli Stati Uniti, attivo ora anche in Italia con oltre 30mila utenti registrati e attivi in circa 350 quartieri delle principali città. L’idea, secondo il suo Ad e co-fondatore Nirav Tolia è quella di “permettere ai vicini di casa di creare community locali per migliorare la vita dei quartieri e renderli più sicuri” e cioè di promuovere una rete di contatti e amicizie tra persone che condividono gli stessi spazi urbani per costituire una comunità virtuale ma altrettanto reale dove scambiare informazioni, proporre eventi, cercare e trovare aiuto per i piccoli problemi quotidiani.

Questo social network è stato definito dai suoi creatori “a portata di nonna” per sottolinearne l’immediatezza e la semplicità d’uso ed effettivamente, superata la prima configurazione, è tutto molto intuitivo: quello che si deve fare è scaricare l’applicazione sul proprio cellulare, registrare alcuni dati, tra cui ovviamente il proprio indirizzo di residenza, e verificarli, in modo che tutti gli utenti risiedano realmente nel luogo dichiarato per garantire la massima sicurezza e affidabilità; e poi è tutto pronto per cominciare. Ci sono molti topic tra cui potersi orientare per trovare ciò di cui si ha bisogno: vendere o cercare qualcosa da acquistare fra i propri vicini, chiedere consigli, invitare ad un evento o segnalare problemi di sicurezza. C’è anche la possibilità molto pratica di segnalare un animale o un oggetto smarrito o semplicemente aprire una discussione generica su un argomento di interesse sul quale si vuole richiamare l’attenzione del vicinato.

Alla base di Nextdoor e nelle intenzioni dei suoi creatori c’è la volontà di non puntare solo alla crescita esponenziale degli iscritti nel breve periodo, quanto sulla qualità del prodotto che deve dimostrarsi effettivamente utile e sulla fiducia degli utenti verso il servizio e verso gli altri iscritti: “Se ti fondi sulla qualità non puoi andare di corsa. La fiducia devi guadagnartela. È sempre stata la nostra priorità”.

Proprio in questa ottica, l’applicazione è gratuita e si sostiene grazie ai generosi investitori che hanno creduto nel progetto. Nella versione statunitense invece, attiva già dal 2011 e ormai capillare sul territorio, sono comparse delle inserzioni pubblicitarie ma sono molto poche (solo 2 per una sessione di utilizzo) e promuovono attività specifiche rivolte al pubblico locale, come il nuovo bar all’angolo o il dentista a due incroci di distanza. Sarà a questo punto solo il tempo a svelare se la propensione all’aggregazione e alla condivisione che caratterizza gli italiani faranno anche di questo singolare social network “a misura di quartiere” un vero successo.

Aggiornato il 21 settembre 2018 alle ore 11:36