
Google chiude il secondo trimestre sopra le attese nonostante la maxi multa europea da 5 miliardi di dollari. Escludendo l’impatto della sanzione, l’utile per azione si è attestato a 11,75 dollari, oltre gli 8,90 dollari dello stesso periodo dello scorso anno e dei 9,66 previsti dal mercato.
I ricavi, esclusi i costi di traffico pagati ai partner, sono saliti del 25 per cento a 26,24 miliardi di dollari. I risultati mettono le ali al titolo Google in Borsa, che arriva a guadagnare più del 5 per cento nelle contrattazioni after hours aggiornando i suoi massimi storici e trainando tutte le cosiddette Faang, ovvero Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google. I pagamenti ai partner sono aumentati del 26 per cento nel secondo trimestre a 6,42 miliardi di dollari, e rappresentano il 22,8% dei ricavi pubblicitari. Le spese di capitale sono quasi raddoppiate a 5,5 miliardi di dollari rispetto al 2017 con Google che investe nella sua infrastruttura per mantenere la leadership nelle tecnologie emergenti.
Includendo la multa europea, l’utile netto di Google è calato nel trimestre del 9 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando era stata colpita da un’altra maxi sanzione nel Vecchio Continente. Senza considerare le multe in tutti e due i periodi, l’utile è salito del 32 per cento a 8,2 miliardi di dollari. Con Google si apre la settimana delle trimestrali della Silicon Valley. Mercoledì 25 luglio sarà la volta di Facebook, giovedì 26 di Amazon e venerdì 27 di Twitter.
Aggiornato il 24 luglio 2018 alle ore 18:26