
Port-au-Prince è sotto assedio. Le bande criminali hanno preso il controllo della Capitale e dell’intero Paese. Per queste ragioni, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una missione di sicurezza della durata di un anno per aiutare Haiti. La missione sarà guidata dal Kenya, che aveva offerto il proprio intervento alcuni mesi fa, ma vi parteciperanno più di dieci Paesi, compresi alcuni caraibici come Giamaica, Barbados e Antigua e Barbuda. La risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, composto da 15 membri, è stata votata favorevolmente da tredici, con l’astensione di Russia e Cina, due dei cinque Stati che hanno il potere di veto e che quindi possono bloccare l’approvazione di qualsiasi misura presa dall’organo. Il potere di veto è stato usato in diverse occasioni negli ultimi anni, rendendo complicati i lavori del Consiglio di sicurezza. Un intervento dell’Onu ad Haiti era stato prospettato da varie parti nell’ultimo anno e invocato più volte dallo stesso governo haitiano. Circa tremila persone sono state uccise ad Haiti da ottobre e giugno per la violenza delle bande criminali, che controllano ampie parti del territorio e circa l’80 per cento della Capitale. Le gang hanno aumentato il loro controllo sul Paese, esercitato con uccisioni, rapimenti ed estorsioni, dopo l’omicidio nel 2021 del presidente Jovenel Moïse. Da quella data non sono più state indette nuove elezioni. Il vuoto di potere nel Paese è stato occupato dalle bande, spesso in lotta fra loro.
Il Kenya manderà nel Paese mille uomini, probabilmente appartenenti alla forza paramilitare Unità di servizio generale (Gsu), che intervengono solitamente in caso di attacchi terroristici. La missione prevede che le forze di sicurezza controllino aeroporti, porti, scuole, ospedali e gli incroci principali delle strade del Paese. Dovranno condurre anche operazioni mirate in collaborazione con la polizia haitiana e ristabilire le condizioni per poter tenere delle elezioni: le ultime sono state nel 2016. La scelta di affidare la guida della missione al Kenya e non al Dipartimento delle operazioni di pace dell’Onu, come consueto per le operazioni di peacekeeping, è piuttosto inusuale, ma è stata un fattore decisivo per l’approvazione, tramite astensione, da parte di Russia e Cina. Gli Stati Uniti finanzieranno la missione con cento milioni di dollari e ne hanno stanziati altri cento per assistenza medica, trasporti aerei, comunicazione e servizi di intelligence. Ad Haiti sono stati segnalati casi di uccisioni extragiudiziali e arresti arbitrari. La questione è stata sottoposta al Consiglio di sicurezza dell’Onu ad agosto da Amnesty International, fra gli altri. Altri osservatori esprimono dubbi sulla possibilità delle forze kenyane di adattarsi in breve tempo a un ambiente nuovo, con barriere linguistiche. Le reazioni del governo haitiano alla risoluzione sono state molto positive, mentre l’opinione pubblica è profondamente divisa.
Aggiornato il 03 ottobre 2023 alle ore 10:16