
Si è concluso il faccia a faccia tra Vladimir Putin e Kim Jong-un. Lo ha dichiarato il servizio stampa del Cremlino. Il presidente russo e il leader nordcoreano si sono incontrati di persona, per la prima volta dopo quattro anni, per discutere di collaborazione internazionale e, soprattutto, di guerra.
Prima del summit, i due capi di Stato si erano interfacciati accompagnati dalle rispettive delegazioni, composte da ministri, funzionari, diplomatici e vertici del comando militare. Durante la cena tra i leader, un brindisi di Putin, al “rafforzamento della futura cooperazione” con Pyongyang, a partire dalla fornitura di armi da parte di Kim per la guerra in Ucraina portata avanti da Mosca. In alto i bicchieri per “l’amicizia tra i nostri Paesi – ha continuato il capo del Cremlino – per il benessere e la prosperità delle nostre Nazioni, per la salute del presidente e di tutti i presenti”, ha aggiunto.
Dopo aver discusso gli ordini del giorno con le rispettive delegazioni, il vero incontro è avvenuto tra Kim e Putin, da soli, senza consiglieri né funzionari del Governo. Lo ha riferito lo stesso portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che in questo momento si trova al cosmodromo Vostòčnyj, lo spazioporto russo situato in Siberia.
L’incontro è iniziato con una stretta di mano e i colloqui potrebbero portare all’auspicato accordo sulla fornitura di armi da parte di Pyongyang per la guerra di Putin. Il vertice tra i due leader, il secondo dopo quello del 2019 che ha succeduto la conferenza di Hanoi, non ha come ordine del giorno solamente l’aiuto nordcoreano nel conflitto in Ucraina.
Oltre all’intesa sulla fornitura di armi e tecnologia militare – sempre secondo il portavoce russo – Kim e Putin hanno parlato anche di cooperazione bilaterale, di legami commerciali, economici e di scambi culturali. I due capi di Stato hanno anche visitato il cosmodromo (il supremo leader è arrivato su una limousine), sempre fra sorrisi e strette di mano. Come due amici di vecchia data.
Aggiornato il 13 settembre 2023 alle ore 15:59