Iran: tra attentati e condanne a morte

La situazione in Iran continua a rimanere drammatica. Stamattina uomini armati di kalashnikov hanno attaccato l’ambasciata dell’Azerbaigian: il capo della guardia della missione diplomatica è rimasto ucciso ed altre due guardie sono rimaste ferite. Il ministro degli esteri azero ha dichiarato che è stata avviata un’indagine, senza fornire altri dettagli.

La polizia di Teheran, secondo quanto riporta il quotidiano iraniano Etemad su Twitter, ha fatto sapere di aver arrestato l’uomo che ha ucciso il capo della missione diplomatica.

Allo stesso tempo, il governo iraniano continua a ribadire le accuse all’Azerbaigian di fomentare il sentimento separazionista sul proprio territorio.

Intanto è di ieri la notizia di una ennesima condanna a morte nei confronti di una donna incinta accusata di aver dato fuoco ad un’immagine del fondatore della Repubblica islamica dell’Iran, Ruhollah Khomeini. Lo ha reso noto l’emittente panaraba di proprietà saudita “Al Arabiya”, secondo cui la donna rischia una “esecuzione imminente”. Per questo, il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha chiesto una “azione urgente” per contrastare tale decisione.

Infine, sempre nella giornata di giovedì 26 gennaio, è diventato virale il video che mostra l’ambasciatore dell’Iran nel Paese iberico, Hassan Ghashghavi, evitare di dare la mano alla regina Letizia durante un ricevimento a Palazzo Reale. L’ambasciata iraniana a Madrid si è affrettata ad emettere un comunicato in cui riferisce che “questa situazione ha una spiegazione assolutamente religiosa e non significa in assoluto mancare di rispetto alla posizione o alla figura di una donna, ancor meno quando si tratta di un’autorità a livello di vertice dello Stato”. L’ambasciata ha anche sottolineato che, nell’accettare l’invito della Casa Reale al ricevimento annuale per il corpo diplomatico in Spagna, questa era stata avvisata in anticipo del fatto che l’ambasciatore non avrebbe stretto la mano alla regina “per questioni di protocollo”.

Ma perché il rispetto delle questioni “religiose e culturali” vale solo a senso unico dalle parti di Teheran?

Aggiornato il 27 gennaio 2023 alle ore 13:06