I controlli dell’Ema: l’ennesima presa in giro

Scrivo queste note di mattina, prima che l’Ema (Agenzia europea per i medicinali) abbia reso noto il suo verdetto – come pomposamente viene definito dai giornali “à la page” del circuito nazionale – sulla eventuale pericolosità del vaccino Astrazeneca, che pare abbia causato inaspettate morti in Italia, in Germania e in altre nazioni europee. E scrivo per indignazione, perché sono stanco di essere ancora una volta preso in giro addirittura a livello europeo. Sono stanco perché le prese in giro sono state diverse e ripetute in questa faccenda dei vaccini e della pandemia.

In prima battuta, siamo stati presi in giro dai vertici politici europei, i quali hanno stipulato con le multinazionali produttrici dei vaccini dei contratti assurdi, mettendosi totalmente nelle loro mani, pagando in anticipo la totalità dei compensi pattuiti, senza la previsione di nessuna penale in caso di inadempienza totale o parziale. Hanno insomma stipulato degli accordi tali che, se li avesse invece stretti un qualunque amministratore delegato di una società operante sul mercato, sarebbero stati subito denunciati dal Collegio sindacale e posti alla base di una severa azione di responsabilità a suo carico, sospettato di aver incassato una sostanziosa tangente.

E invece, nulla; nulla di nulla. Poche sere fa Carlo Cottarelli, nel corso di una delle tante trasmissioni televisive dedicate alla pandemia, ha distrattamente notato che questi contratti sono molto discutibili e sbagliati, ma la cosa si è fermata lì. Nessuna domanda sul punto, nessun riferimento al fatto strabiliante che essi sono stati in larga misura secretati, cioè sottratti al vaglio della pubblica opinione. E perché mai? E perché le Sardine non scendono in piazza, per reclamare il sacrosanto diritto di tutti gli europei a conoscere in quali termini l’Europa patteggia con le multinazionali sulla salute di tutti e di ciascuno? Soltanto un silenzio assordante e per molti versi eloquente: quei contratti contengono probabilmente clausole che, se conosciute, costringerebbero questi signori che abusivamente occupano le poltrone che furono di Alcide De Gasperi, di Konrad Adenauer e di Robert Schumann, a sloggiare precipitosamente.

In seconda battuta, la sperimentazione dei vaccini è stata eseguita in modo dichiaratamente frettoloso e perciò approssimativo e incompleto, soprattutto in relazione agli effetti indesiderati che sono in larga misura sconosciuti. Eppure, queste circostanze sono state ampiamente occultate e comunque sottaciute dai mezzi di comunicazione a larga diffusione, i quali invece fanno a gara a spingere tutti, senza distinzioni e perciò ciecamente, a partecipare alla corsa al vaccino, al punto da risultare ormai non più canali di informazione ma di autentica propaganda ideologica, col risultato di trasformare la scienza nel territorio di una contesa politica per la quale cimentarsi nel pubblico agone. Il professor Giorgio Palù lo ha detto su Rai Uno: “Siamo in emergenza, cosa dovevamo fare? Attendere sei o sette anni per completare la normale sperimentazione?”. Rispondo: no, non occorreva attendere tanto. Però bisognava dire la verità a sessanta milioni di italiani, invece di fingere che tutto era stato fatto correttamente, considerandoli perciò esseri umani dotati di pensiero e non pecore da condurre al pascolo.

In terza battuta, la presa in giro dei controlli sui vaccini svolti dall’Ema. Lo sappiamo già, l’Ema darà il via libera ai vaccini raccomandando cautele che anche mia nonna avrebbe indicato: non somministrare il vaccino alle donne incinte, non alle persone già colpite da trombosi e così via. Pure banalità spacciate per acute riflessioni e cautele farmacologiche, vale a dire l’ennesima presa in giro, ammantando dell’austerità di un controllo quello che invece è il puro nulla. Infatti, se l’Ema avesse davvero effettuato i controlli sul rapporto fra vaccino e decessi ed effetti negativi, avrebbe avuto bisogno di settimane, forse di mesi.

Un vero controllo suppone, infatti, che si prenda contatto con tutti i centri sanitari, sparsi in vari Paesi – Germania, Italia, Olanda, Norvegia – dove la somministrazione del vaccino abbia creato dei problemi e si possa sospettare un nesso di causalità molto pericoloso fra la prima e i secondi; che si acquisiscano tutti i dati fattuali e clinici necessari; che li si compari fra di loro; che li si valuti molto attentamente dal punto di vista clinico ed infine che si emetta la sentenza. Invece, l’Ema ha fatto tutto – cioè non ha fatto nulla – in appena quattro gironi: infatti, Astrazeneca è stata sospesa giovedì sera, giorno 11 marzo; anche ammettendo che già venerdì mattina, giorno 12 marzo, l’Ema sia stata investita della questione e togliendo sabato e domenica, restano altri tre giorni fino ad oggi, giovedì 18 marzo, per concludere tutte le operazioni. E questi sarebbero controlli sanitari?

Lo trovo risibile ed offensivo. Dicano piuttosto la verità e cioè che l’Ema si è limitata a farsi dare qualche carta e qualche documentazione e forse a controllare che i morti di trombosi, statisticamente, nelle zone interessate, non sono, nello stesso arco di tempo, in numero minore di quelli registrati in esito al vaccino: e perciò tutto va bene. Al massimo, dunque, uno pseudo-controllo puramente cartolare: una truffa multinazionale buona per gli sprovveduti. Ma noi, checché ne pensino i nostri correttissimi governanti europei, non abbiamo l’anello al naso. In questo modo, tutti costoro giocano con la salute e insieme si prendono gioco dei cittadini europei.

Meno male per loro che padre Dante da sette secoli sia passato a miglior vita: altrimenti li spedirebbe tutti senza pietà all’ottava bolgia, a far compagnia ad Ulisse, il re delle frodi e degli inganni.

(*) Al momento in cui l’articolo è stato redatto, l’Ema non si era ancora pronunciata sul vaccino Astrazeneca.

Aggiornato il 19 marzo 2021 alle ore 12:53