
A metà dell’epidemia lombarda che colpì come una clava inaspettata e mortale la regione più popolata e più ricca del Paese ci fu il Pio Albergo Trivulzio, la casa di ricovero più importante e imponente d’Italia, capiente oltre mille ricoverati. I decessi furono circa trecento, una percentuale in linea con le altre nel Paese e in Europa.
Subito fa aperto un fascicolo dalla Procura e dal quel dì seguirono giorni e giorni di sfrenati attacchi mediatici inneggianti al ritorno di “Mani pulite”, si sprecarono le dirette televisive fino alla sera inoltrata ed era come se le informazioni avessero abrogato il significato stesso della notizia, la sua puntualità, la sua correttezza, il suo intrinseco valore. Proprio come nei trionfi del circo mediatico-giudiziario, quando la funzione dei media si schierò nell’opera di esaltazione della voce del leggendario Pm con l’indice puntato contro i colpevoli politici di allora, e di adesso in una Regione, retta dal governatore della Lega Attilio Fontana, dove, per completare il quadro, furono attuati dalla Finanza sequestri in diretta televisiva. La Regione Lombardia col governatore e l’assessore alla sanità Giulio Gallera (Forza Italia) sono da allora entrati nel mirino di una campagna strumentale e per certi aspetti di odio.
Il Partito Democratico insieme al Movimento 5 Stelle ha promosso una mozione grottesca con punte di ridicolo dovute alla compagnia con quei rivoluzionari da operetta che, detto per inciso, in Lombardia sono dei pesi piuma. Da diversi giorni la scritta “Fontana assassino” lungo il Naviglio della Martesana milanese spicca a grandi caratteri colorati . È ben visibile, dai milanesi finalmente a passeggio e in bici, ed è accompagnata da volantini del gruppo estremista comunista Carc che incolpa il governatore della Lombardia della morte di 15mila cittadini. Nella colpevole responsabilità è ovviamente accomunato all’assessore alla Sanità Gallera che, per alcuni, potrebbe essere il futuro candidato alla carica di sindaco di Milano, una città dove la sinistra gode di un notevole vantaggio su un’opposizione tuttora fragile.
In questo contesto, sempre il M5s ha chiesto il commissariamento della sanità lombarda tentando la leva del potere centrale per mettere la mani su una regione e sul suo sistema sanitario fondato sul modello pubblico-privato, con l’obiettivo di disarticolare e delegittimare la Giunta della Lombardia con l’imposizione di un commissario esponente di una alta burocrazia legittimato non dal voto popolare ma da scelte del Governo centrale.
Non v’è dubbio che errori siano avvenuti in Regione nella gestione di una vicenda che, con la potenza di una imprevedibile bomba H, l’ha colpita al cuore. Ma le colpe sono comunque superate dai meriti anche e soprattutto guardando agli interventi e agli errori del governo, già dall’inizio coi voli diretti con la Cina, con la tardiva scelta delle zone rosse, per non dire della gestione delle mascherine da parte della Protezione civile che bloccò quelle acquistate dalla Regione per imporre un unico prezzo popolare dai risultati catastrofici lasciando il Paese privo di dispositivi di protezione. Come ai tempi in cui il grande Alessandro Manzoni ci raccontò, esemplarmente, l’assalto ai forni di Milano durante la peste.
Del resto un noto istituto del settore ha certificato con un sondaggio che il 53 per cento dei lombardi definisce buoni o abbastanza buoni i risultati della sanità della regione. Il 13 per cento negativi, come le altre Regioni. Quando si dice i numeri…
Aggiornato il 19 maggio 2020 alle ore 11:49