
Negli anni Settanta la lunga stagione dei sequestri di persone a scopo di riscatto venne bloccata dal decreto che stabiliva il blocco dei beni delle famiglie dei rapiti e impediva il pagamento delle somme richieste. Non risulta che quella norma sia stata abrogata, ma è fin troppo evidente che nel caso della cooperante Silvia Romano non avrebbe potuto trovare alcun applicazione. Perché a trattare con i rapitori non erano i familiari della ragazza, ma i rappresentanti dello Stato pei i quali l’esigenza della liberazione diventava una grande occasione di forte visibilità politica.
Nessun blocco, dunque, è stato posto e la vicenda si è conclusa positivamente sollevando però il problema di quale debba essere il ruolo dello Stato nei tanti casi analoghi a quello della Romano. A questo interrogativo c’è una sola risposta possibile. Lo Stato deve esserci. Ma non solo con le sue unità di crisi, la sua intelligence ed i soldi tratti dai fondi riservati. Deve esserci con la forza della legge che, in casi come quello citato, deve regolare i rapporti con le Organizzazioni non governative che tendono costantemente ad operare sul versante della cooperazione internazionale come se le motivazioni etiche garantissero loro una sorta di perenne scudo giudiziario per le proprie carenze ed inefficienze. Una precisa proposta in questo senso è venuta dall’ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica ed ex Consigliere militare di Palazzo Chigi, il generale Leonardo Tricarico, che ha lanciato l’idea di una convenzione tra Ong e Farnesina in grado di fissare regole certe sia per le Organizzazioni non governative che per lo Stato con l’obiettivo di assicurare sicurezza e sostegno ai cooperanti anche nelle situazioni più complicate. Tricarico non si è fermato ad una proposta generica ma ha fatto esplicito riferimento a quell’intesa che venne promossa dall’ex ministro dell’Interno Marco Minniti e che potrebbe rappresentare un modello di riferimento concreto su cui lavorare anche se non suscitò l’entusiasmo delle Ong ma le resistenze di alcune di esse, gelose della propria autonomia ed indipendenza.
Mai come, oggi, però, l’occasione di affrontare in maniera pratica un problema destinato a riproporsi non va persa. Lo Stato ci sia. Con la legge e la legalità!
Aggiornato il 14 maggio 2020 alle ore 11:36