Ossessione Bolsonaro

lunedì 11 maggio 2020


Da qualche settimana, i giornali e le televisioni asservite alla maggioranza di governo stanno partecipando a una singolare gara di allarmismo “internazionale”. I più sospettosi pensano che sia partita una campagna per preparare i cittadini italiani a un eventuale passo indietro sulla cosiddetta “Fase due”. Ma forse, più banalmente, si tratta di un riflesso collettivo che pervade, in modo sempre più imbarazzante, una larga parte del sistema italiano (e non solo) dell’informazione.

Oggi facciamo soltanto un esempio, tra i mille che ci bombardano quotidianamente. Sabato 9 maggio. Corriere della Sera: “Brasile, 10mila morti per Covid-19 e R0 più alto del mondo. Ma Bolsonaro vuole fare la grigliata”. Huffington Post: “In Brasile è nuovo record di morti ma Bolsonaro vuole fare una grigliata con 3000 amici”. Il Mattino: “Brasile, incubo contagi. Bolsonaro organizza una grigliata per 3000 persone”. Agi: “Per Lancet, Bolsonaro è la più grande minaccia per la lotta al virus”. Avvenire: “La strage delle infermiere in Brasile”.

Vi risparmiamo, per carità di patria, lo sterminato elenco di servizi televisivi (dello stesso tono) trasmessi dai telegiornali e i titoli strillati sui siti d’informazione meno quotati (ma non per questo meno frequentati). Il cattivissimo – oltre che razzista, misogino, omofobo, aggiungere insulto a piacere – presidente brasiliano sta per far precipitare la nazione carioca nell’abisso della pandemia, incurante del benessere dei suoi cittadini. Il tutto, danzando allegramente con i suoi amici sui cadaveri della popolazione. Questo, almeno, è quello che si deduce dalla stampa italiana.

Ma è proprio vero? Sempre restando a sabato, ufficialmente in Brasile ci sono state 10.037 vittime per il Covid-19. Con un tasso di mortalità di 47,9 ogni milione di abitanti. Tanto per fare un esempio che ci riguarda da vicino, in Italia le vittime sono state 30.201. E il tasso di mortalità ha raggiunto l’agghiacciante cifra di 499,8 (sempre ogni milione di abitanti). Visto che i numeri non sono un’opinione – anche se possono essere distorti fino a diventarlo – si tratta di una percentuale dieci volte superiore a quella del Brasile, che pure occupa in modo ossessivo i pensieri dei nostri giornalisti.

Per capirci, il tasso di mortalità in Brasile è drasticamente inferiore anche a quello di Belgio (751,3: il più alto al mondo), Spagna (566,7), Regno Unito (474,1: alto, ma inferiore a quello italiano), Francia (391,6), Svezia (316,2), Paesi Bassi (314,7), Irlanda (294,4), Stati Uniti (240,8) e Svizzera (214,9). Tanto per fermarsi alla “top 10” di questa tristissima classifica, in cui il Brasile si colloca in ventiquattresima posizione.

Qual è il problema, allora? L’eccezionale numero di vittime in Brasile o il fatto che Bolsonaro sia un presidente di destra, inviso alla nomenklatura internazionale del politicamente corretto? La risposta è scontata. Come è scontato lo sconcertante “doppiopesismo” degli organi di informazione che ci bombardano con notizie agghiaccianti sul coronavirus negli Usa e nel Regno Unito, ma si dimenticano di Paesi colpiti in modo ancora più grave. Solo perché non sono governati da una coalizione di centrodestra. Avete mai letto un articolo sull’emergenza a Bruxelles, capitale dell’Unione europea? Appunto.

Un discorso a parte, poi, lo merita la disinformazione che ci arriva sui presunti disastri combinati dall’amministrazione Trump nell’epoca del coronavirus. Ma di questo ci occuperemo nei prossimi giorni.


di Andrea Mancia