venerdì 8 maggio 2020
Al netto delle polemiche, quasi tutte pretestuose, su scarcerazioni di detenuti ad alto tasso di concentrazione mafiosa, sarebbe ora di laicamente affrontare il tema dell’amnistia. Di un’amnistia nuova, però.
Non parlo di un colpo di spugna su tutto, ingiusto prima che impensabile, ma di un provvedimento che estenda ex lege, quantomeno provvisoriamente - salva la facoltà di richiedere il processo - la messa alla prova a tutti coloro che hanno già diritto di chiederla.
Sfoltiremmo il carico dei processi (gli adempimenti possono essere fatti, tutti, da remoto) e otterremmo il risultato di fare Giustizia riparatoria.
Se davvero riteniamo la prescrizione una sconfitta (e lo è), prendiamo atto che molti fascicoli - quelli più risalenti; quelli che non hanno carattere di urgenza e finiranno in coda, pronti per il macero del non doversi procedere - resteranno negli armadi.
Uno Stato serio affronta anche le emergenze, ma lo fa con equilibrio, consapevole di ciò che è.
Magari, recupereremmo anche risorse importanti per aiutare i più deboli, per rimettere un poco in sesto alcune cose e riprendere il cammino con maggiore agilità.
di Mau.Ane.