
Fossi in voi, non mi fermerei in superficie, limitandomi a dire cose che sappiamo già. Alfonso Bonafede, con i suoi sodali, è di certo il peggior ministro della storia repubblicana. Nino Di Matteo, però, è un magistrato, al quale dovrebbero essere ben chiari i doveri di riserbo e discrezione imposti dal ruolo.
La scelta di divulgare, in diretta tv, notizie riservate – ma soprattutto prive di attualità e, dunque, inutili – rivela un intento politico, perseguito con gli strumenti della politica da circo equestre alla quale siamo, ormai, assuefatti.
Hanno torto in due: il primo, per la sua incapacità congenita; il secondo, per la sua impudenza.
A questo punto, mi interessa poco che Bonafede si dimetta o no. Voglio vedere, piuttosto, come si posizioneranno i falchi che lo hanno insufflato fino a ieri, compilando la sua agenda e dettando i provvedimenti. Il velo è squarciato.
Naturalmente, e in perfetto stile pentastellato, in diretta tv.
Aggiornato il 04 maggio 2020 alle ore 14:00