Obbligo ed onere

Ci dicono e ci ripetono che questa benedetta App – che io non so neppure bene cosa sia, perché non solo non sono pratico ma anche in quanto aborro tutte queste trovate, vivendo benissimo senza – sarà liberamente accettata. E che perciò questo controllo che i virologi – del tutto digiuni degli elementi basilari perché una vita biologica divenga anche una vita umana e degna di esser vissuta – reclamano su larga scala allo scopo di controllare gli immuni dal virus e invece coloro che ne siano contagiati, sarà non obbligatorio. Basta questo basta a mettere il cuore in pace? A salvaguardare la nostra libertà e la sfera della nostra riservatezza?

Basta per le anime semplici, come sono i Cinque stelle, naturalmente giacobini e politicamente manichei e fondamentalisti; basta per le anime votate al totalitarismo, come sono quelle di Marco Travaglio e Piercamillo Davigo; basta per tutti coloro che preferiscono non pensare, per quieto vivere, per tranquillità sociale, per dormire meglio la notte: e sono tanti. Non basta, per chi invece sia una persona appena dotata di sensibilità umana e perciò giuridica.

E non può bastare per un motivo molto semplice da capire anche per chi giurista non sia. Infatti, è semplice considerare che anche se questo congegno non sarà imposto a tutti a titolo di obbligo, ben presto lo sarà a titolo di onere e che quando gli oneri sono molto diffusi equivalgono agli obblighi chiamati con un altro nome. Ora, qual è la differenza fra obbligo ed onere? Ogni obbligo si pone come assoluto, come comportamento al quale si è tenuti in modo inderogabile e senza eccezioni e riguarda tutti in quanto tale. Esempio: siamo tutti obbligati a fermarci col semaforo rosso. Si tratta appunto di un obbligo. Invece, l’onere sta a significare qualcosa di diverso: esso dice a ciascuno che è libero di fare ciò che vuole e che tuttavia se desidera raggiungere un certo risultato, allora sarà tenuto a tenere un certo comportamento. Esempio: nessuno è obbligato a fumare, ma, se intende fumare, dovrà farlo solo in certi ambienti a ciò deputati e non dappertutto. Ecco l’onere: se voglio fumare, devo sottostare all’onere di sostare in un ambiente a ciò deputato. Altrimenti non potrò fumare.

Ebbene, l’attivazione di un controllo telematico di carattere sanitario non sarà certo proposto come obbligo – perché sarebbe eccessivamente penalizzante per la libertà di ciascuno – ma poco alla volta sarà trasformato in onere. Ci diranno insomma che potremo anche farne a meno, liberamente; e tuttavia, prima ci diranno che non potremo andare a teatro o al cinema senza averlo; poi non potremo andare al ristorante; poi esso sarà necessario per entrare in uno stabilimento balneare e via di questo passo.

Nel momento in cui sottoporsi a questo controllo – formalmente non obbligatorio – diverrà necessario, cioè un vero onere, per molte attività o per la quasi totalità delle situazioni esistenziali di ciascuno di noi, di fatto esso si trasformerà in obbligo assoluto in senso sostanziale. Non si potrà più vivere senza: si potrà soltanto restare in casa. Ecco il giochetto che ci stanno preparando, con accorta astuzia politica. Faranno passare come onere, semplice e non obbligatorio, quello che diverrà un vero e proprio obbligo. Insomma, saremo obbligati senza saperlo. E soprattutto senza volerlo.

Aggiornato il 23 aprile 2020 alle ore 13:08