Il virus, la scienza, Greta, le sardine e tutti gli altri

venerdì 17 aprile 2020


Il virus, oltre a morti e feriti, ci ha consegnato anche alcune verità precedentemente coperte e ovattate. Vi ricordate, prima del virus, che gli argomenti erano i giovani che vogliono cambiare il mondo, le marce ogni venerdì senza scuola, i Mattia Santori che manifestavano contro l’opposizione e contro Matteo Salvini, mentre gli scienziati che avevano studiato ed erano andati a scuola ad imparare venivano sbeffeggiati perché si opponevano al dogma scientifico decretato dal pensiero unico della sinistra, il mainstream. La gente era “attanagliata” dalla questione dei cambiamenti climatici, dall’omofobia, dal razzismo-fascismo-nazismo, dai femminicidi. Il telegiornale non mancava di dare spazio ogni sera propinando questi temi alle famiglie italiche davanti alla tavola apparecchiata. Il virus, inconsapevolmente, ha cambiato tutto. La scienza è tornata improvvisamente in auge e può e deve parlare solo “chi ha studiato e chi sa”. Gli scienziati con titolo di studio hanno superato improvvisamente i diplomi elementari (?) di Valeria Fedeli, Teresa Bellanova, Nicola Zingaretti, potendo esibire il famoso titolo misconosciuto prima del virus. Ora parla la scienza.

I seguaci di Greta sono spariti. Insieme alle sardine. Nulla si sa più di loro tranne che probabilmente guardano gli scienziati da casa sdraiati sul divano, continuando a non andare a scuola come facevano prima in nome dell’ambiente. Ora lo fanno in nome del virus, ma il loro impatto mediatico sulla gente si è azzerato. Il problema del cambiamento climatico globale non frega più a nessuno. La ricerca, bistrattatissima e con pochi fondi, si prende la scena ed ora tutti a sperare e scongiurare in una cura e in un vaccino (anche i No-Vax), e che arrivino subito. Di fronte al virus, anche paura del nucleare e delle radiazioni sbiadiscono, ed anzi se si potesse uccidere il virus con fasci protonici e raggi gamma, sarebbe una meraviglia.

E la politica? Giuseppe Conte, il re del rimando, si spara le ultime cartucce per rimanere a Palazzo Chigi, nonostante i 20mila morti, che certo non depongono a suo favore e che non credo lo avrebbero mai votato, se un giorno si fosse presentato alle elezioni. I cinque stelle, mollati i vaneggiamenti del loro storico leader, ormai ex-comico impazzito e screditato, difendono strenuamente ciò che gli rimane, stipendi che non vedranno mai più nella loro vita, sperando che le elezioni non si debbano mai più fare per il protrarsi del “corona”. Il Pd, tra Zingaretti oramai positivo solo in forza del virus e Roberto Speranza, vede la malaparata, e cerca di fare e in fretta quello che sa fare meglio, l’occupazione della società, e quindi tutte le nomine che può delle famose 400 previste prima del virus, passandole surrettiziamente nell’indifferenza generale da virus, o prorogando i suoi uomini laddove sono già al comando.

I grillini, con la ridente Virginia Raggi, cercano di cavalcare il fenomeno virus, per fare propaganda sinistra dell’andrà tutto bene, mentre va sempre peggio, per la salute e per l’economia. Mentre Roma ora è finalmente bella perché è vuota, non perché è tenuta bene: oscurità, buche e immondizia dal balcone di casa si notano di meno. Le squadre di calcio in difficoltà di classifica invocano il fallo di confusione, al grido di mandiamo tutto a monte, come si fa quando si sta perdendo a carte e si ribalta il tavolo. Gli italiani, i superstiti, rievocano l’orgoglio nazionale, come si fa con le partire dell’Italia che non ci sono più, ma l’effetto sembra del tutto forzato e surreale. Gli artisti provano a vendere comunque i loro prodotti da remoto, e compresi nel loro ruolo, scrivono sulla situazione di isolamento da virus e sulla rinascita più canzoni che sull’amore, per cercare di sfruttare economicamente anche questo momento particolare, stando “sul pezzo”.

Il Papa, conscio di essere rimasto unico prete celebrante e in perenne mondovisione, si fa paladino della lotta al virus con esorcismi pseudo-medioevali contro gli agenti demoniaci. Gli ambientalisti ci provano, e, messi da parte dall’opinione pubblica, tentano di rientrare al centro dell’attenzione, dando la colpa del virus all’uomo cattivo che ha distrutto l’ambiente e l’equilibrio fra le specie, generando il mostro abnorme, senza ovviamente uno straccio di prova e di verità scientifica e senza considerare ad esempio i laboratori dell’amica Cina che si diverte a fare esperimenti molto particolari. E rilanciano, ma l’ambientalismo ai tempi di un problema vero, reale e drammatico come il virus sembra davvero un tema asfittico e fuori luogo. Cosa rimarrà allora dopo il virus? Cambierà il mondo? Neanche per niente. Tornerà tutto come prima. Tranne l’esercito di morti che non possono neanche prendersela più con qualcuno. Conte, Greta, le sardine, i 5 stellati, la sinistra. Dopo un breve periodo di riambientamento, la gente si riabituerà a chi strilla e dimenticherà di nuovo gli uomini di scienza, quelli che “hanno studiato”, per far posto ai “Friday for future”. Cioè al mainstream. Come prima. E la scienza, ritornerà sottotraccia a studiare, a capire, e talvolta a provare a parlare, ma sottovoce.

(*) Consigliere Astri, esperto in politiche energetiche


di Massimo Sepielli (*)