Il blocco occidentale e la ripresa

Non è tra rigoristi e ripresisti lo scontro in atto questi giorni e che è ha trovato una rappresentazione quasi perfetta nel contrasto tra il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed il Governatore della Lombardia, affiancato da quelli del Piemonte Alberto Cirio e del Veneto Luca Zaia, sull’ipotesi di fissare ai primi di maggio l’avvio del processo verso il ritorno alla normalità del pre-coronavirus.

Fissare la divisione tra rigoristi e ripresisti significa stabilire che al centro della contesa ci sia la pandemia e che la divisione sia tra chi considera la salute dei cittadini come una priorità inderogabile e chi sia convinto che l’epidemia sia in via di esaurimento e che in questa fase sia indispensabile avere l’economia e la produzione come priorità inderogabile per non doversi ritrovare tra sei mesi a fronteggiare una crisi sociale addirittura più grave di quella presente.

Questo schema è fasullo perché tutte le persone che ragionano all’interno dei due presunti schieramenti sono convinte che salute ed economia siano priorità inscindibili. Perché, allora, la frattura è così evidente al punto da far temere un contrasto di tipo istituzionale tra le Regioni amministrate dal centrodestra al Nord ed il governo centrale giallo-rosso guidato da Conte?

Perché lo scontro non dipende da valutazioni diverse su come uscire dal coronavirus, ma è solo e tutto politico, cioè nasce da come le forze di maggioranza e quelle di opposizione intendono utilizzare politicamente la pandemia e il suo possibile ed auspicabile rapido esaurimento.

Volendo semplificare al massimo, si può tranquillamente rilevare che il governo centrale ed i partiti che lo sostengono hanno cavalcato il coronavirus ed intendono continuare a farlo per consolidare al massimo la loro alleanza a Roma ed ora per cercare di estenderla anche nelle regioni settentrionali sfruttando il dramma dei morti nelle case di riposo per far saltare la casematte amministrative del centrodestra accusandole di aver privilegiato i privati invece che tutelare la sanità pubblica nei propri territori.

L’opposizione, ovviamente, appare fin troppo consapevole delle intenzioni della maggioranza e reagisce di conseguenza cercando di raccogliere l’insofferenza crescente nella società italiana nei confronti di una riduzione delle libertà individuali dei cittadini che non ha precedenti nella storia dell’Italia repubblicana.

Aggiornato il 17 aprile 2020 alle ore 11:09