Il calcio è sport di contatto

mercoledì 15 aprile 2020


Il professor Gianni Rezza si è dichiarato contrario alla ripresa del campionato di calcio non solo perché da tifoso romanista teme che la Lazio possa correre per la conquista dello scudetto, ma per una ragione molto più tecnica o addirittura scientifica. Il calcio – ha spiegato – è uno sport di contatto ed il contatto tra giocatori può favorire la diffusione del virus.

Dello stesso avviso si è dichiarato da tempo il presidente del Torino, Urbano Cairo, insistendo sulla faccenda del contatto come possibile strumento di diffusione dell’infezione.

Non c’è nulla da obiettare a queste argomentazioni. Chi può negare, infatti, che il contatto fisico tra giocatori sia la principale caratteristica del gioco del calcio? L’unico argomento che vale la pena di sollevare è che non sembrano esserci studi in grado di dimostrare che il coronavirus oltre che passare dal pipistrello o altro animale all’uomo possa essere generato da spallate, scambio di ginocchiate o anche da manate e tirate di maglie nelle aree affollate durante i calci d’angolo o le punizioni. Non è il contatto, dunque, che genera e diffonde il virus. Se il contatto non avviene tra un giocatore sano ed uno infetto non può passare dal secondo al primo e diffondersi tra le squadre.

Il problema, allora, non è evitare i contatti, ma individuare per tempo gli infetti e vietare loro di scendere in campo ponendoli in quarantena sotto controllo medico.

Complicato? Per chi ha altre motivazioni dirette alla mancata ripresa del campionato, pare proprio di si! È difficile convincere chi non vuole capire!


di Orso di Pietra