Campagna elettorale avviata in Lombardia

La quiete dopo la tempesta non pare delinearsi nel panorama politico milanese e lombardo, anche e soprattutto dopo la riapparizione delle mitiche “Mani pulite” a proposito di quel Pio Albergo Trivulzio dal quale iniziò la stagione del “manipulitismo”.

A questa mitologia giustizialista e nello scenario doloroso e drammatico delle vicende, tuttora in corso, della sanità, si aggrappano contestazioni e dure critiche mirate ai responsabili, di centrodestra, del settore della sanità.

L’attacco a testa bassa contro la Regione Lombardia per la gestione dell’emergenza, con censure per tardivi interventi e sottovalutazioni, è stata avviata da parte di alcuni sindaci di cui si è fatto interprete quello di Milano, Beppe Sala, col sottaciuto obiettivo di scaricare tutti gli errori (che comunque non sono mancati) sul presidente Attilio Fontana e sull’assessore Giulio Gallera.

Il cacio sui maccheroni di questo impasto politico-amministrativo non poteva che essere sparso con lo sfruttamento della violenta campagna giornalistica subito avviata nel solco di quel giustizialismo mediatico-giudiziario, sancito quasi trent’anni dopo, dalla nomina di un membro (Gherardo Colombo) del fu Pool nella Commissione d’inchiesta voluta dalla Regione e dal Comune.

L’attacco contro la giunta lombarda rende comunque evidente il tentativo di alleggerire il peso di errori, sia di alcuni sindaci sia del Governo Conte, quest’ultimo non alieno da attacchi allo stesso Fontana e accomunato insieme al sindaco Sala col suo indimenticabile hashtag “apriamoMilano”, esemplarmente sottovalutante e, lui, il premier, con un sistema comunicativo tanto invadente quanto ansiogeno per i cittadini, a cominciare da quelli della regione più colpita dal virus, ma che l’inquilino di Palazzo Chigi non ha trovato il tempo di visitare.

C’è, sia pure nei sospetti di diversi osservatori, la sensazione che i duri attacchi all’assessore Gallera siano anche mirati per colpire, come concorrente futuro per Palazzo Marino, l’assessore del Welfare e gestore diretto della sanità lombarda, protagonista mediatico in una vicenda che fin dall’inizio è stata gestita con una presenza attiva e costante (con errori che indubbiamente ci sono stati e se ne parlerà) grazie alla quale è cresciuto in popolarità.

In questo senso è un avversario da temere e comunque da impensierire il sindaco di Milano, qualora Gallera, in virtù anche di una moderazione di approccio e di toni, volesse concorrere per quella carica. Sempre gli osservatori, leggono le sue ripetute smentite con comprensibile sospetto.

Aggiornato il 14 aprile 2020 alle ore 10:49