Le parole di Edi Rama contro i barbari nordeuropei

giovedì 2 aprile 2020


“Non siamo privi di memoria: non possiamo non dimostrare all’Italia che l’Albania e gli albanesi non abbandonano mai un proprio amico in difficoltà. Oggi siamo tutti italiani e l’Italia deve vincere, vincerà questa guerra anche per noi, per l’Europa e il mondo intero. I ricchi si chiudono, noi non dimentichiamo chi ci ha aiutato”.

Sono le parole pronunciate dal premier albanese Edi Rama all’aeroporto di Tirana, a margine della cerimonia organizzata per accompagnare i 10 medici e 20 infermieri albanesi destinati agli ospedali di Bergamo e Brescia. Il premier albanese ha poi ribadito a Sky Tg24: “È stata una scelta naturale, tutti noi crediamo che l’Italia è casa nostra e vederla combattere una guerra così feroce e poi essere lasciata a sé stessa fa molto male. Ricambiare non è la parola giusta, perché non potremo mai ricambiare quello che l’Italia e gli italiani hanno fatto per noi in tempi troppo bui”.

Poche parole, pronunciate con orgoglio, con fierezza, con sincerità che hanno fatto il giro del mondo commuovendo tutti. E così il primo ministro Rama, oltre ad essersi reso protagonista di un atto alto e nobile, umano e pieno di passione civile, ha compiuto un vero e proprio miracolo politico difficilmente prevedibile. Ciò soprattutto in considerazione delle ridotte dimensioni e della ridotta influenza che l’Albania esercita sullo scacchiere mondiale. Perché oltre al cuore c’è anche la realpolitik e Rama non è stato certo una mammoletta.

In chiave di politica interna ha compattato il suo Paese rendendolo orgoglioso dei suoi ragazzi in tuta bianca oltre che, forse per la prima volta, fiero della propria immagine agli occhi del mondo. Il gesto albanese ha reso migliore anche l’Italia, riconciliandola con parole che sembravano ormai sopite come solidarietà, riconoscenza, amicizia, rendendo anche più coesi i tanti cittadini italiani di origine albanese presenti sul nostro territorio.

Ma l’impresa più grande che questo piccolo popolo ha compiuto è forse quella di aver annientato in maniera tombale l’europeismo o almeno ciò che oggi è l’interpretazione comune di questo concetto: il nulla in termini politici ed economici in luogo del trionfo dell’egoismo di pochi partner. Egoismo che si palesa sotto la burocrazia, il rigorismo, la tecnocrazia e il monetarismo spinto. Lo schiaffo agli europeisti (anche quelli di casa nostra) è stato fragoroso e restituisce con gli interessi tutto il disprezzo ricevuto dall’Albania allorché in molti arricciarono il naso quando chiedeva di poter essere ammessa nell’Unione europea.

Il disprezzo combattuto con la nobiltà d’animo dev’essere stato motivo di grande soddisfazione per Edi Rama e per il suo Paese. Adesso vedremo se qualcuno oserà arricciare il naso di fronte alle istanze di Tirana che in questo modo ha stipulato una specie di assicurazione sulla vita. Dopo le sue parole le signore Angela Merkel, Christine Lagarde e Ursula von der Leyen sembrano delle comparse sostenute, rispettate e difese da un branco di sciocchi meglio noti come amanti del politicamente corretto. Da oggi anche gli euroscettici, quelli che questa Europa la disconoscono perché la vogliono cambiare, sembrano un po’ meno folli, fanno meno paura. I veri barbari sembrano i nord europei con la loro eterna smania di egemonia costi quel che costi. Ma la realpolitik nulla toglie al bel gesto di Rama che resterà scolpito ad imperitura memoria nel cuore di molti. In primis degli italiani.


di Vito Massimano