Lo scontro nascosto Pd-M5S per il servaggio dell’Italia

mercoledì 18 marzo 2020


L’orgia retorica sull’unità nell’ora più buia nasconde l’esistenza di una frattura all’interno del governo su quale debba essere la futura collocazione geopolitica del nostro Paese una volta superata l’emergenza del coronavirus. Con l’Europa a trazione franco-tedesca o con la Cina di cui Giuseppe Conte ha sposato il cosiddetto modello nella battaglia contro la pandemia?

Il punto specifico in cui la frattura si va manifestando è la parte del decreto definito “Cura Italia”, cioè l’ultimo in ordine di tempo di cui ancora non si conoscono i passaggi attuativi, dedicata alla riforma della Pubblica amministrazione digitale che dovrebbe essere realizzata da chi vincerà un apposito bando con gara al massimo ribasso assicurandosi la gestione del 5G. I ministri del Partito Democratico temono che questo bando sia destinato in partenza ad essere vinto da una società di forniture high-tech di proprietà del regime cinese e paventano il rischio che affidare la digitalizzazione della Pubblica amministrazione ad una diretta emanazione del governo di Pechino equivarrebbe a spostare la collocazione geopolitica del nostro Paese strappandola all’Europa e collocandola in una posizione di totale subordinazione all’egemonia imperialistica della Cina.

È probabile che la questione tecnica della definizione dei capitoli del decreto riguardanti le modalità del bando possa trovare una qualche soluzione. Ma è chiaro che sul 5G non si gioca una partita tecnica ma uno scontro politico di primaria importanza. Tra il Pd convinto che dall’emergenza non si può uscire senza confermare il rapporto con la Ue a trazione franco-tedesca e con il Movimento Cinque Stelle che vede l’Italia terminale europeo di quella “Via della Seta” che dovrebbe servire al regime cinese per estendere la propria egemonia politica nei Paesi più deboli dell’Europa Mediterranea.

L’emergenza della pandemia rende questo scontro sul futuro del Paese oscuro e totalmente nascosto all’opinione pubblica nazionale. Con il Parlamento posto in una quarantena di fatto non si possono accendere riflettori istituzionali su una problematica così importante e decisiva per il futuro della società italiana. Tutto si svolge nelle segrete stanze governative e tra gli esponenti di due partiti che hanno visioni opposte ma evitano accuratamente di esporle nel timore di compromettere la sopravvivenza dell’attuale esecutivo.

Ma il dilemma se rimanere servi dell’asse franco-tedesco o diventare vassalli dell’imperatore comunista cinese è troppo importante per diventare una questione privata tra Pd e M5S. Le forze d’opposizione pretendano la parlamentarizzazione della discussione. Per impedire che approfittando del coronavirus si compiano scelte nefaste per il futuro del Paese. L’auspicio è che i presidenti delle Camere ed il Presidente della Repubblica impongano di rendere pubblico il problema per far prendere coscienza che la sorte dell’Italia non può essere quella di essere serva di due padroni!


di Arturo Diaconale