Il pericolo nascosto nella fermezza eccessiva

L’auspicio che accomuna per una volta tanto sia la maggioranza sia l’opposizione è che tra due o tre settimane si possa seguire l’esempio della Cina e favorire le manifestazioni di piazza dedicate ai festeggiamenti per la vittoria della battaglia contro il coronavirus. Per questo è indispensabile che la linea durissima decisa da Giuseppe Conte, linea che di fatto mette agli arresti domiciliari l’intero Paese, non solo venga sostenuta in maniera unanime nella consapevolezza che senza ricorrere a scelte drastiche e draconiane difficilmente la pandemia in atto potrebbe essere prima contenuta e sconfitta. Ma un minimo di onestà intellettuale e di un pizzico di memoria storica impongono di rilevare che un pericolo minaccia questa manovra indispensabile sul fronte della difesa della salute dei cittadini. Quello che i provvedimenti vengano concepiti non solo come un’arma con cui colpire e distruggere il coronavirus e neppure che vengano usati in maniera brutale e grossolana come fattori di una campagna elettorale permanente. Rischi del genere ci sono tutti. Ma il rischio maggiore è che le forze politiche al governo finiscano col concepire la battaglia contro il coronavirus come uno strumento di educazione nazionale di un popolo che secondo antichi pregiudizi è talmente anarchico, individualista ed egoista da rendere assolutamente inutile qualsiasi tentativo di governarlo.

L’eticità imposta per decreto è inaccettabile in uno stato di diritto ed in una democrazia liberale. Forse una preoccupazione del genere può sembrare eccessiva e marginale di fronte alla necessità di frenare l’ondata dei contagi e della diffusione della malattia. Ma la natura dei partiti che si trovano oggi al governo alimentano questo timore. La vocazione naturale del Partito Democratico, erede di una tradizione autoritaria ben nota e fortemente consolidata, non è quella di rispettare i diritti inalienabili dell’individuo ma quella di educare e far crescere uomini e donne nuovi in grado di inserirsi al meglio nello stato organico che tale forza politica ha sempre sognato di poter realizzare. E quella del Movimento Cinque Stelle, fondata su un giustizialismo astratto e feroce, spinge i suoi rappresentanti a cogliere ogni occasione offerta dalla presenza nel governo per lanciare operazioni tese a correggere i vizi ed i difetti nazionali, primo fra tutto quello della ostilità nei confronti di qualsiasi forma di eticità e di solidarietà collettiva.

Il nemico da battere è l’epidemia. Non le presunte carenze etiche del popolo italiano. L’augurio è che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte rimanga fermo nel concepire la linea della massima fermezza come l’arma più efficace da usare nella battaglia contro il coronavirus. Non sarà facile per lui resistere alle pressione dei suoi alleati, ma se dovesse perdere di vista l’unica e sola ragione che giustifica uno sorta di stato d’assedio che non solo limita le libertà degli italiani ma che è destinato a colpire pesantemente quel settore terziario dell’economia nazionale, si assumerà una gravissima responsabilità diventando agli occhi del Paese una sorta di riproduzione in piccolo ed in doppiopetto di altri personaggi del passato pagandone tutte le inevitabili conseguenze.

Denunciare un pericolo non è un atto di diserzione o di sabotaggio. È solo uno dei pochi comportamenti che giustificano la democrazia rappresentativa ed il pluralismo delle idee nel nostro sfortunato Paese!

Aggiornato il 13 marzo 2020 alle ore 11:58