
Di ritorno dalla Terra Santa a San Francesco venne in testa l’idea di riprodurre a Greccio, che tanto gli sembrava rassomigliasse a Betlemme, la natività di Gesù. E mise in una grotta la Madonna, il bambinello, Giuseppe, un asino, un bue e fuori i pastori ed i re Magi in adorazione. Insomma, Francesco inventò il Presepe ed ebbe l’autorizzazione a realizzarlo da Papa Onorio III dando vita ad una tradizione che va avanti da allora e che si è estesa dall’Italia a tutti i Paesi segnati dalla presenza dei cattolici.
Ma se Francesco lo ha inventato, sotto un altro Francesco, che non è un fraticello ma un gesuita divenuto Papa, è in atto un fenomeno di revisionismo presepesco. Che punta ad adeguare la tradizione alle più intense sensibilità del momento. Così, in nome della parità tra uomo e donna, il Pontefice ha benedetto un presepe in cui la Madonna dorme e lascia a Giuseppe il compito di cullare il santo neonato, a Palermo, in nome al multiculturalismo antirazzista, nella culla della grotta è stato piazzato un bambinello nero e pare che, sempre per dimostrare l’assenza di pregiudizi razziali, si stia pensando di mettere in commercio per il prossimo anno dei Gesù bambino cinese, indio, eschimese e via di seguito.
“Te piace ’o presepe?”, chiedeva Eduardo De Filippo in “Natale in casa Cupiello. “No, ’o presepe non me piace. Né quello vecchio, né quello nuovo!”.
Aggiornato il 27 dicembre 2019 alle ore 10:46