Lo stato di diritto sovietico di Conte

Giuseppe Conte si scrolla di dosso l’accusa di essere un azzeccagarbugli di provincia lanciatagli da Matteo Renzi e si prepara a mangiare il panettone di Natale convinto che non ci saranno problemi sulla vicenda delle concessioni autostradali.

Al Corriere della Sera, giornale ormai diventato suo portavoce ufficioso, spiega che in uno stato di diritto lo Stato ha tutto il diritto di cambiare i contratti in essere in nome dell’interesse pubblico prevalente. E anche se non si rende conto che lo stato di diritto a cui si riferisce è quello rappresentato dal vecchio modello sovietico o quello più recente della Cina, si dice convinto che dalla sicura intesa di maggioranza sulle concessioni autostradali scaturiranno norme che senza punire nessuno toglieranno i privilegi a quanti ne hanno usufruito in passato e continuano ad usufruirne nel presente. I concessionari autostradali sono dunque avvisati. Lo stato di diritto sovietico di Conte si prepara a bastonarli.

Chi invece può tirare un sospiro di sollievo sono i concessionari delle rotte marittime. I loro privilegi sono salvi. Garantiscono Beppe Grillo e Davide Casaleggio, beneficiari dei contratti milionari dati loro dal proprietario dei traghetti Moby. Onestà, onestà, onestà! Purchè di stampo sovietico!

Aggiornato il 27 dicembre 2019 alle ore 10:44