
Ma chi sono e cosa sono chiamati a fare questi “facilitatori”? Chi sono questi fantasmatici personaggi che, in numero limitato e secondo meccanismi elettivi imperscrutabili – come spesso sono quelli dei 5 Stelle – dovrebbero appunto svolgere la funzione di facilitatori ?
Un facilitatore dovrebbe facilitare: e fin qui ci siamo. Ma resta di capire chi sia a dover essere facilitato e soprattutto su cosa costoro debbano essere facilitati. E ancora, perché ci sia bisogno di codesta facilitazione. Andiamo con ordine.
Chi dovrebbero essere i facilitati? Immagino dovrebbero essere, fra i pentastellati, coloro che svolgono funzioni di governo, coloro che siedono in Parlamento e in genere coloro che godano di una qualche funzione esecutiva o decisionale.
Ne viene ovviamente che tutti costoro dovrebbero essere facilitati dai facilitatori in quanto non si sanno facilitare da soli. E perché non si sanno facilitare da soli? Perché ovviamente non capiscono fino in fondo le cose che sono chiamati a fare e le conseguenze delle decisioni che son chiamati ad assumere. Tuttavia, i facilitatori potrebbero facilitare su cose difficili, come sarebbe normale attendersi avvenga, ma potrebbe accadere debbano facilitare anche su cose facili, perché non si può a priori escludere che i facilitati abbiano bisogno di esserlo anche su cose facili o perfino facilissime.
Si pensi per esempio al ministro Alfonso Bonafede che non sembra capire che se esiste un sistema sicuro per far durare i processi in eterno, esso sta proprio nel bloccare il decorso della prescrizione dei reati, come si è ostinato a voler disporre. Ebbene, si tratta di una deduzione facile, forse facilissima, ma a lui preclusa per imperscrutabili ragioni. In questo caso, ci fosse stato un facilitatore – a quel tempo non ancora nominato – Bonafede sarebbe stato facilitato nel capire una cosa pur facile e avrebbe deciso altrimenti. Purtroppo, non c’era ed ecco il guaio! Ma non per colpa di Bonafede, non facilitato per tempo.
Circa gli argomenti da facilitare, sottolineo che i facilitatori possono ed anzi debbono muoversi a tutto tondo, nulla restando loro sottratto, nulla immune da una possibile facilitazione: sia le cose difficili, sia quelle facili o facilissime. Ma pare chiaro che il meglio di sé i facilitatori lo daranno quando si dovranno misurare con argomenti difficili o addirittura difficilissimi: qui si parrà la lor nobilitate!
Eppure, rimane un dubbio. Trattandosi di cose appunto difficilissime, non potrebbe darsi il caso che a loro volta i facilitatori abbiano bisogno di essere facilitati? Certo, non sempre e non in ogni caso. Ma potrebbe accadere che in alcuni casi (che so?) – quando si tratti di geopolitica mediorientale, tema assai complesso ed articolato – i facilitatori abbiano bisogno di una facilitazione.
E allora a chi rivolgersi ?
Siamo di fronte ad una situazione assai rischiosa per la vita stessa dello Stato: se i facilitatori hanno bisogno di esser facilitati e nessuno li facilita, come faranno a facilitare chi ha bisogno della loro facilitazione?
Ecco perché alcuni consigliano a Beppe Grillo e a Luigi Di Maio di nominare un gruppo più ristretto di super-facilitatori, col compito specifico di facilitare i facilitatori ordinari quando non siano in grado di facilitare chi ne abbia bisogno. Se poi ci si chieda perché ci sia bisogno di questa facilitazione, la risposta è ovvia: perché i facilitati sappiano cosa fare, mentre non lo sanno; capiscano, mentre non capiscono; siano in grado di decidere con adeguata cognizione di causa, mentre di solito non lo sono; pensino, mentre non pensano. Ne viene che fondamentale è la scelta, direi la selezione, dei facilitatori, alla cui sapienza è delegata la sorte dei facilitati.
Rincuora allora sapere che tra i facilitatori appare perfino l’ex-ministro Danilo Toninelli: questa sì che è una bella notizia , capace di fortificare – e di facilitare – i facilitati. Infatti, dobbiamo credere che Toninelli, già ministro nel precedente governo, abbia tutte le carte in regola, per esperienza e conoscenza, allo scopo di facilitare chi da lui si attenda la facilitazione. E per esempio Bonafede. Non posso nascondere la soddisfazione al solo immaginare che Toninelli possa facilitare Bonafede, per esempio nel riformare il processo civile o quello penale. Da solo, Bonafede potrebbe trovare un qualche inciampo, una qualche difficoltà imprevista. Ma una volta facilitato da Toninelli, dobbiamo credere che ogni difficoltà sarà spazzata via e tutto sarà chiaro, chiarissimo. Si immagini, usando un pizzico di fantasia, il povero Bonafede triste e pensoso nelle sale auliche e fredde del ministero, alle prese con impervi interrogativi di sapore amletico: citazione o ricorso? Ricorso o citazione? Questo è il problema. Ma quando egli è in procinto di disperare, attanagliato dal dubbio, appare Toninelli, il quale, dall’alto del suo profondo e sperimentato sapere giuridico, principia a facilitarlo, e facilitandolo oggi, facilitandolo domani, gli toglie il dubbio: ci vuole il ricorso e bando alla citazione!
Ecco come immagino all’incirca possa esser nata la recente riforma del processo civile. Ben vengano dunque i facilitatori se possono davvero facilitare i loro facilitati, come Toninelli potrebbe fare con Bonafede. E tacciano le malelingue, i rancorosi, i critici di bassa lega, i sapientoni a buon mercato. Tutti, nessuno escluso (e perciò anche costoro) abbiamo bisogno di facilitazioni. È dunque normale che Grillo e Di Maio abbiano avuto questa benemerita idea allo scopo di facilitare chi ne abbia bisogno. Rimane però da chiedersi chi mai potrà facilitare gli stessi Grillo e Di Maio, ove ne avessero bisogno: e credo che bisogno ve ne sia a bizzeffe!
Avanzo una proposta: che siano i facilitati a nominare i facilitatori di entrambi. Questa forse sarà forse la miglior prova della riuscita o della non riuscita della facilitazione loro riservata: che Grillo e Di Maio finalmente imparino a pensare. E tuttavia, attenzione: bello parlare e predicare la facilitazione, ma di facilitazione in facilitazione si può anche rischiare di facilitare al punto che il facilitato impari davvero a pensare: e allora... addio facilitazione!
Aggiornato il 17 dicembre 2019 alle ore 12:45