Gli aruspici di Viale Mazzini

Se si vuole capire da che parte va la politica nazionale non bisogna andare a Montecitorio o a Palazzo Madama o in qualsiasi altro Palazzo della nomenclatura repubblicana. Basta andare a viale Mazzini ed osservare con attenzione quanto avviene all’interno della Rai nel momento in cui si debbono predisporre le nomine dei vertici aziendali che hanno competenza in materia giornalistica. Analizzando le nomine si scoprono i futuri sviluppi della politica nazionale. Sembra strano ma è sempre stato così.

Nella Prima Repubblica attraverso le nomine Rai si verificava lo stato dei rapporti tra i massimi partiti Dc, Pci, Psi, Pli, Psdi, Pri e le consistenze delle diverse correnti che agivano all’interno di questi partiti. Nella Seconda Repubblica si monitorava la mutazione degli equilibri tra i due grandi poli e le relazioni di amicizia e d’altro che i vari leader delle diverse forze del bipolarismo avevano all’interno della azienda radiotelevisiva pubblica. Nella Terza Repubblica, che però non è ancora del tutto nata e che vive in una condizione di precarietà costante, attraverso le nomine Rai non si verifica solo lo stato della nuova lottizzazione e quello della lettizzazione ma anche e soprattutto se i governi in carica sono destinati a durare o meno.

Prima che il Governo gialloverde cadesse a viale Mazzini già si conosceva la sua sorte. Ed infatti, per non fare sbagli, tutto rimase congelato. Oggi che sul Governo giallorosso si addensano nubi oscure, il rinvio delle nomine a data da destinarsi viene interpretato come il segnale inequivocabile che la sorte di Giuseppe Conte e della sua coalizione dipende  dal voto in Emilia-Romagna ed in Calabria del 26 gennaio.

Gli aruspici della Rai non sbagliano mai!

Aggiornato il 29 novembre 2019 alle ore 10:43