
Primo indizio. Non è forse vero che Beppe Grillo si è cimentato a suo tempo nella nuotata sullo Stretto di Messina tra Scilla e Cariddi imitando la nuotata che Mao compì nel 1966 sul fiume Yangtze per dimostrare il suo ottimo stato di salute?
Secondo indizio. Non è altrettanto vero che la tesi di Grillo secondo cui è dal caos e dall’entropia che possono nascere le idee più grandi e più nuove non è altro che la riproposizione dell’affermazione di Mao secondo cui quando “è grande la confusione sotto il cielo la situazione è eccellente”?
Certo, questi due indizi possono essere solo della coincidenze. O la dimostrazione che, come capita a tutte le persone di una certa età, anche Grillo coltivi ricordi e nostalgie giovanili che nel suo caso riportano al pugno chiuso della rivoluzione culturale ed al Libretto Rosso.
C’è, però, il terzo indizio che non solo conferma i primi due ma sembra formare la prova che per Grillo la Cina non rappresenta solo una nostalgia lontana ma anche una concretezza immediata. Narrano le cronache, infatti, che dopo aver ribenedetto lo sventurato Luigi Di Maio, il fondatore si sia precipitato all’Ambasciata cinese a Roma rimanendovi chiuso per più di due ore. Forse a dimostrazione che alla antica passione per Mao ora si è aggiunto anche l’interesse per i vantaggi ed i traffici della Via della Seta!
Insomma, tre indizi fanno una prova: è proprio vero che dal caos e dall’entropia nascono i mille fiori delle idee e delle grandi occasioni!
Aggiornato il 25 novembre 2019 alle ore 09:51