
Anche Piercamillo Davigo, che è Davigo e che voleva rivoltare l’Italia come un calzino al tempo di Mani Pulite, ha detto che si tratta di una sciocchezza. E che servirà solamente ad intasare le Procure senza produrre risultati di sorta. Ma il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, impegnato ad essere più Davigo di Davigo, non sente il suo ispiratore e non teme gli ingolfamenti. Per lui il carcere per i grandi evasori è la misura che consentirà di compiere una svolta epocale nella lotta contro chi non paga le tasse e che permetterà di realizzare una vera e profonda rivoluzione culturale nella società italiana. Per cui, tanto più che epocale fa rima con culturale, è partito lancia in resta nella campagna tesa a dimostrare che la minaccia del “più carcere per tutti” imporrà una grandiosa rivoluzione nella cultura degli italiani favorita anche da quella riforma che abolisce la prescrizione e trasforma i cittadini in potenziali imputati a vita.
Dopo l’abolizione della povertà proclamata a suo tempo da Luigi Di Maio avremo, dunque, la cancellazione dell’evasione annunciata da Bonafede. Sembra l’avvento della mitica “Città del Sole” di Tommaso Campanella. Invece siamo solo su “Scherzi a parte”!
Aggiornato il 25 ottobre 2019 alle ore 10:03