Un futuro senza differenze

Nello stato popolare della Mala Utopia, Malopia, tutti gli abitanti e le loro cose erano perfettamente uguali, anzi ugualizzati. L’uguaglianza e l’uniformità ad ogni costo erano articolo di fede e regola assoluta e questo per ogni campo, persona o attività. Buoni uguali ai cattivi, maschi uguali a femmine, alti uguali a bassi, case uguali a chiese. Se il cubo unico, solo modulo architettonico permesso, era il prefabbricato di ogni dove e gli innocenti erano considerati del tutto uguali ai colpevoli, impegnativa era stata però la campagna per l’altezza umana quadratica media e per l’ermafrodita standard, che, inizialmente tentata con opportuni accoppiamenti coatti, aveva poi dovuto giocoforza utilizzare ospedali automatizzati di rimontaggio, ortopedico e androginecologico. Il grigio smorto era l’unico colore uniforme di abitazioni, scuole, fabbriche e abitanti e l’unione ecumenica delle dodici religioni anticamente più diffuse, rappresentata simbolicamente nel DodecaDio, era unica ed uguale religione di stato.

Se, inizialmente, l’egualizzazione dei modelli umani differenziati, lavorando su materia prima viva e imperfetta, non aveva potuto raggiungere una soddisfacente precisione, poi la produzione di massa di abitanti clonati, aveva assicurato una perfetta riproduzione di esseri biochimici perfettamente uguali e un controllo di qualità molto severo aveva poi eliminato tutti i difetti di produzione, dovuti, talvolta, al riemergere degli anarcoidi caratteri originari. La scoperta fondamentale della Grigiofilla, come agente in grado di operare una nuova e grigia sintesi vegetale, per produrre ossigeno dall’anidride, stava finalmente facendo scomparire le ultime disordinate macchie di verde. L’abolizione dei ricchi, della proprietà privata e dell’odioso segreto bancario, era proseguita con l’abolizione prima del denaro contante, poi del denaro stesso, sostituito da una carta di debito, inserita sotto la lingua, che permetteva di comprare a tutti le stesse identiche cose e in ridotta uguale quantità. La Glocanza (globalizzazione più uguaglianza) aveva abolito tutte le nazioni (inevitabilmente populiste e reazionarie) e l’Onu-stato mondiale di Malopia, senza limiti, contraddizioni e controlli vigilava con i droni, le microspie e i virus informatici, che tutto fosse ordinato, uniforme e ben egualizzato.

Il Capital-comunismo massificatore, sola teoria e prassi economico-politica ammessa, rinnovava continuamente l’uniformizzazione e totale era la vigilanza affinché non si diffondessero mai pericolose eresie liberali, da reprimere con l’immediata annichilazione, così come le ipotesi di voli spaziali, divenuti tabù per il rischio che venisse meno il dogma dei limiti allo sviluppo o, peggio ancora, si sviluppassero colonie spaziali indipendenti. Pol Pot, da tempo, era stato giustamente riconosciuto come il fondatore della moderna ecologia scientifica, fonte di ispirazione per tanti seguaci. L’aggressività era stata ormai abolita, all’inizio con una lobotomia prefrontale di massa, poi con un’accorta politica genetica sui cloni, così come la tendenza nefasta all’originalità. L’uguaglianza era l’ideale sacralizzato da raggiungere a tutti i costi osservando scrupolosamente il politically correct (anche nella versione modaiola del Capalbio Club) ma, fin dall’inizio, si pose il problema delle resistenze individualistiche e identitarie, per reprimere le quali occorreva una corretta dose di violenza di stato.

Nacque così in America un corpo speciale di polizia dei costumi per la Santa Imposizione dell’ Uguaglianza, i Threenostrilled, così chiamati per la traduzione in inglese del termine inventato da un poeta italiano del novecento (i Trinariciuti) dovuto al fatto che l’esigenza di scovare al fiuto tutti i potenziali ribelli alla massificazione, aveva finito per sviluppare nei nuovi poliziotti una terza narice. I trinariciuti, gerarchicamente guidati da un vertice internazionale di magistrati inquisitori dell’ Ordine Giustizialista dell’Onnipotenza, fecero un ottimo e capillare lavoro, spiando, contraffacendo, diffamando e incarcerando preventivamente, fino alla chiusura di tutti i partiti e di tutti gli strumenti di informazione, grazie anche alla schedatura elettronica totale ed all’obbligo di targa digitale trasmittente, posto nel didietro o lato B, di ogni abitante.

I dati ottenuti furono riuniti, con concentrazione finale, nel supercomputer dell’ex palazzo delle Nazioni Unite a New York, ormai ribattezzato Nuova Stasi (per un omaggio sentimentale agli schedari e ai mitra automatici della vecchia e cara Germania est). Ogni anno avvicinava di più Malopia all’ideale della totale uniformità, chiunque degli abitanti si guardasse intorno, vedeva sempre lo stesso paesaggio e lo stesso uguale individuo, così che ogni differenziazione personale scompariva anche cambiando il punto di osservazione e l’ideale dell’intellettuale collettivo si affermava, dando finalmente sostanza, anche per gli umani, all’idea che il soggetto realmente esistente non sia la formica, ma il formicaio . Il trionfo dell’uguaglianza uniforme sembrava a portata di mano, ma un pignolo magistrato perfezionista notò che i suoi colleghi e gli egualizzatori trinariciuti, erano però in effetti diversi e più importanti dagli altri umanoidi, diversi per necessità certo, ma pur sempre diversi.

L’Ordine giustizialista studiò a fondo il problema e trovò la soluzione, gli egualizzatori sarebbero stati sostituiti da macchine. Computer pensanti e deambulanti della 399 generazione sarebbero diventati i più egualizzanti degli egualizzatori. Le macchine si misero all’opera e, infinitamente più precise dei trinariciuti, cominciarono allora ad eliminare tutti i cloni, perché comunque presentavano sempre delle diversità, dovute alle ineliminabili piccole differenze dello sviluppo biologico. I cloni umanoidi scomparvero così tutti, ma accadde allora l’imprevedibile: rimasti senza umani, i computers si interrogarono sulla loro missione, sul loro scopo e, non trovandolo più, si spensero tutti smettendo di esistere. Così l’uniformità totale fu finalmente raggiunta. Che bello il comunismo, passato, presente e futuro.

Aggiornato il 16 settembre 2019 alle ore 13:51