Morte di un carabiniere (e del garantismo)

Non è il primo e non sarà l’ultimo. Così come i soldati in guerra, anche i carabinieri - o, più in generale, gli appartenenti alle Forze dell’ordine - possono cadere sul campo. Loro lo sanno e non per questo rinunciano e continuano a fare il loro dovere. Lo sappiamo anche noi, che troppo spesso ci dimentichiamo di quanto sia importante il servizio che rendono alla Nazione, ogni giorno, tutti i giorni.

Capiterà ancora, purtroppo, e piangeremo ancora, perché il mondo è questo: nessuno può pensare di eliminare il male con un colpo di spugna o con un decreto legge. Ne cadranno altri, sacrificandosi per noi, che non possiamo fare a meno di loro. Noi, però, una cosa per loro possiamo farla: aggiungere, alla riconoscenza, quel poco (o tanto) che crea condizioni idonee a salvarne almeno uno, a piangere una volta di meno.

Un Paese civile e democratico ragiona così: facciamo in modo di adottare strumenti che ne salvino almeno uno senza rinunciare alla nostra e alla loro libertà. Uno. È già tanto. Magari senza strepitare.

Continuo a leggere il sentimento da forca che ormai è l’animus di una grossa fetta di popolazione. Ne prendo atto. Se volete anche solo provare a comprendere il sistema giudiziario italiano, vi aiuto io in modo semplicissimo. Immaginate di essere voi, cari forcaioli, l’indagato o l’imputato (può capitare a tutti). Immaginate poi di essere arrestati da qualche appartenente alle forze dell’ordine che si lascia prendere la mano, un po’ in stile caso Cucchi per rendere l’idea (grazie a Dio il 99 per cento di essi è ligio al dovere e opera grande professionalità). Immaginate ancora di ritrovarvi come difensore qualche scalmanato che ragiona come voi oggi (purtroppo leggo sulle bacheche di qualche avvocato delle cose che fanno seriamente dubitare che svolgano la mia stessa professione). Allora, e solo allora, di sicuro comprenderete e, vi assicuro, cambierete idea e diventerete persino garantisti. Fidatevi di me.

Il garantismo dice che la Repubblica deve assicurare a chi sarà accusato (non al “colpevole”) dell’omicidio del carabiniere un processo giusto. Non dice che dovrà essere assolto, necessariamente rimesso in libertà, punito con sanzioni inadeguate. Garantismo è per tutti. Il resto non esiste e io non lo vorrei mai.

Aggiornato il 29 luglio 2019 alle ore 17:37