lunedì 4 marzo 2019
La sinistra che sfila per darla a bere a Milano è un concentrato di luogocomunismo in salsa radical chic. Il mantra è sempre lo stesso, il ritornello spaccatimpani e non solo per dire che gli altri fanno schifo mentre noi, beh, siamo la parte bella e nobile dell’Italia. Ecco, questo cacofonico disprezzo per le idee altrui senza nemmeno porsi il problema di trovarsi all’opposizione e ai minimi storici, fa venire il voltastomaco.
Il solito refrain, il pagellino con i voti e le teste dietro la lavagna, è stata questa la sfilata moda-mare-migranti 2019. Accoglienti sempre, con giacca e maglioncino d’ordinanza, e poi via per un “ape” sui Navigli per sentirsi in pace col mondo.
Ancora una volta si è persa un’occasione per tacere, per ascoltare l’“altro”, troppa era la voglia di salire sul palco per andare a dirgliene quattro a quei cialtroni al Governo e a tutti gli altri. Lo schema, collaudatissimo, è sempre lo stesso: imbracciare mitragliette e microfoni e spararla al popolo bue. Naturalmente, di sinistra.
di Stefano Cece