
Se non fosse che il termine - ve lo diciamo dopo - fosse un po’ troppo abusato, lo riverseremmo contro la turba pentastellata. Se non fosse che la medesima è più bocca urlante che fatti concreti, quel termine, magari aggiunto a uno peggiorativo, glielo appiopperemmo. E se non fosse, diciamocelo, che il presidente della Camera più alta, se ne andasse alla chetichella dal partito che lo ha eletto, alzeremmo di più i toni a proposito di antidemocrazia e di non rispetto delle regole.
Eppure il termine - eccolo - “fascista”, pur nella sua variante spregiativa di fascistoide, ci è venuto alla mente guardando l’ultima caciara messa in atto dai grillini - col loro duce tonitruante - sotto le finestre di un senatore (Giorgio Napolitano) in occasione della votazione in Senato della nuova legge elettorale. Sono casi come questi, ce ne sono stati in passato e non ne mancheranno in futuro, che, già a uno sguardo non distratto, suggeriscono altre gazzarre, altri canali, altre intimidazioni - questo il temine più indicato - che proprio per la loro natura e il loro svolgimento in alternativa alla loro sede naturale parlamentare, confliggono duramente con l’essenza e l’esistenza di un regime democratico come il nostro. Non sembri una banalità discorsiva né tanto meno un riferimento demagogico a diritti e doveri, ma soltanto alle regole primarie della politica nella quale sono le maggioranze che decidono, e nelle sedi proprie, nei luoghi e nelle aule dove siedono i rappresentanti eletti dalla cosiddetta gente, cioè da noi. Si dirà: ma i grillini hanno fatto cagnara sotto le finestre dei senatori perché si sentono diversi, sono per dir così fuori dalla sporca politica, avversari dei “politicanti, ladri, tutti corrotti”, tutti da spazzare via al più presto. Ma, proprio per quest’ultima, chiamiamola operazione, sempre nelle aule parlamentari e prima ancora nelle urne elettorali bisogna pur esserci e andarci, tant’è vero che uno dei loro ducetti come Luigi Di Maio è stato eletto nientepopodimeno che vice presidente della Camera dei deputati (con relativi benefits, si capisce).
E allora, come la mettiamo? Intendiamoci, l’episodio intimidatorio in Piazza della Rotonda a Roma non ha preoccupato più di tanto lasciando in non pochi osservatori il tempo che trova anche per via del bassissimo livello dell’antipolitica di ogni tipo, soprattutto di quella grillina con la forca e che si svolge prevalentemente nelle piazze e/o in apposite aule scolastiche per corsi speciali di giustizialismo (contro gli altri, of course). Ma ciò non toglie che un simile episodio non va sottovalutato anche e soprattutto perché il gene forcaiolo è sempre un brutto gene, non si arrende mai e tende a crescere e a diffondersi ed è un compito primario per chi ha a cuore la libertà, di isolare e combattere con il vaccino della democrazia. Vaccino che, non a caso, è stato bene riaffermato, con la sua cura, proprio in occasione della nuova legge elettorale che, pur non entrando qui nel suo specifico, ha isolato e poi sconfitto sonoramente i pentastellati che, sempre non a caso, sono letteralmente scappati. Dove? Ma a fare caciara, se non peggio.
Aggiornato il 27 ottobre 2017 alle ore 20:39