mercoledì 19 aprile 2017
Le osservazioni dell’Ocse non modificheranno in alcun modo la vittoria di Recep Tayyip Erdoğan nel referendum costituzionale che lo trasforma nel presidente-sultano della Turchia.
Chi protesta contro una vittoria conquistata con qualche broglio elettorale sembra ignorare che la riforma costituzionale rende istituzionale e formale una realtà politica già esistente da parecchio tempo. Erdoğan è di fatto il padrone del suo Paese ormai da molti anni. Ed è un padrone che ha dimostrato la propria forza debellando in poche ore il colpo di Stato che era stato compiuto da alcuni reparti delle forze armate ai suoi danni. Con la vittoria nel referendum può permettersi di dare una veste costituzionale al proprio potere. Ma questa veste non costituisce una corazza intangibile per Erdoğan, ma serve a dare un contorno più preciso al fenomeno politico rappresentato dal premier turco.
Il significato vero del referendum conclusosi in Turchia è la fine della Repubblica laica di Kemal Atatürk e la nascita di una Repubblica che non costituisce soltanto una sorta di restaurazione del vecchio sultanato, ma che punta a dare vita a uno Stato la cui matrice più profonda è quella religiosa. Con Erdoğan la Turchia diventa una Repubblica islamica. Che non ha le caratteristiche di Stato teocratico assunto dopo la rivoluzione komeinista dalla Repubblica dell’Iran, ma che trasforma il Paese un tempo laicizzato da Atatürk in una democrazia autoritaria di matrice islamica posta in una posizione geopolitica decisiva per i rapporti tra Europa e Oriente e destinata a modificare profondamente gli equilibri, al momento già ampiamente precari, tra i Paesi del Mediterraneo.
Si illude chi pensa che per blandire Erdoğan sia sufficiente non interrompere il processo di ingresso della Turchia in Europa o, al contrario, chi è convinto che per metterlo all’angolo basti chiudere la porta del Vecchio Continente al nuovo sultano. L’obiettivo di Erdoğan è molto più alto dell’ingresso in Europa dalla porta principale o da qualche finestra lasciata apposta aperta. La Repubblica islamica turca non può non porsi come traguardo quello di diventare il Paese egemone sia dell’intero Medio Oriente, sia di tutta l’area islamica della sponda meridionale del Mediterraneo. Cioè far rinascere l’Impero ottomano in forma moderna. Come nel passato e più del passato.
di Arturo Diaconale