martedì 26 settembre 2023
Giunge quasi al termine la mostra dedicata alla creazione artistica di uno dei più importanti scultori contemporanei, Arnaldo Pomodoro, e in programma fino al primo ottobre. L’esposizione, ospitata da Fendi all’esterno e all’interno del Palazzo della civiltà italiana di Roma, mette in luce la lunga ricerca dell’artista 97enne in un “teatro” autobiografico che fa emergere la visione progettuale del noto scultore.
A ornare gli ambienti razionalisti del Colosseo Quadrato vi sono circa trenta lavori realizzati da Pomodoro tra la fine degli anni Cinquanta e il 2021, insieme a fotografie, lettere, documenti, bozzetti, disegni – molti dei quali inediti – che descrivono lo spirito e lo studio dell’artista. Si tratta di un prezioso archivio che, per la prima volta, esce dallo studio milanese di Pomodoro per essere esposto in una mostra e diventa materiale liberamente consultabile dai visitatori.
Il percorso espositivo inizia all’esterno con le quattro sculture “Forme del mito” – Il potere (Agamennone), L’ambizione (Clitennestra), La macchina (Egisto) e La profezia (Cassandra) – tratte dalle macchine sceniche che furono realizzate per il ciclo teatrale di Emilio Isgrò, ispirato all’Orestea di Eschilo. E poi prosegue nelle due sale interne, dove le opere di Pomodoro risaltano negli spazi aperti del palazzo.
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Se le sculture poste all’esterno ridisegnano l’architettura moderna del Palazzo della civiltà, rendendola una produzione aperta, all’interno le opere sono collocate in due sale speculari e in una di raccordo, dando l’idea di un percorso che mostra negli anni il sempre più crescente legame di Pomodoro tra il progetto e la realizzazione dell’opera.
Si tratta, infatti, di una mostra dove ad assumere centralità è la passione del maestro per le forme geometriche e per la materia. L’intento di Pomodoro è quello di rompere la loro perfezione esterna e scoprire il mistero che vi è racchiuso: andare oltre la superficie e comprenderne la dimensione vera era la sua dedizione più grande. Così come sale in cattedra la passione dell’artista per le antiche civiltà e per le scritture più arcaiche, tali da essere fonte di ispirazione importante per i suoi lavori.
La mostra, inoltre, è l’occasione per scoprire e conoscere la presenza del lascito di Pomodoro nella città di Roma, così come nel resto del mondo: dalla Capitale a Copenaghen, da Brisbane a Los Angeles, dai Musei Vaticani all’Onu. Nel corso della sua settantennale ricerca, Arnaldo Pomodoro si è confrontato con numerosi spazi pubblici e con aree urbane di tutto il globo, dove le opere scultoree, oggi allestite in permanenza, prendono vita con l’ambiente circostante.
L’evento curato da Lorenzo Respi e Andrea Viliani, nato dalla collaborazione tra la Fondazione Arnaldo Pomodoro e la maison italiana, riesce perfettamente nel suo intento: diffondere e promuovere il linguaggio artistico del più importante artista contemporaneo italiano.
(*) Foto di Gianmarco Mattei, architetto
di Ilaria Cartigiano